C.Castello: successo per il concerto di Fiorella Mannoia

L’appuntamento clou della programmazione estiva 2009 di Città di Castello ha mantenuto le aspettative. Il concerto di sabato 25 luglio di Fiorella Mannoia ha richiamato in piazza Gabriotti molti dei tifernati che sono rimasti in città sfidando le torride temperature di questi giorni ed ha attirato i suoi fans in Val Tiberina, dato che è stata, nel Centro Italia, l’unica tappa ufficiale del tour estivo In Movimento (la cui direzione artistica e gli arrangiamenti in chiave jazz sono di Luca Scarpa, che l’accompagnava al piano). Il ri-sultato: circa 900 spettatori sotto la Torre Civica del ’200 ad ascoltare la versatilità vo-cale della cantante romana dall’inconfondibile chioma rossa. Tra le interpreti più autorevoli del panorama musicale italiano, la Mannoia ha sfoggiato il meglio del suo repertorio cantando pezzi di tutti i principali autori italiani, e non solo: De Andrè, Battiato, Fossati, Vasco Rossi, Manu Chao, Jovanotti, Zero, Silvestri, Ligabue, Tiziano Ferro che ha firmato il suo recente successo Il re che ama troppo, dall’ultimo album Il movimento del dare del 2008. La scaletta dei brani è stata un continuo salto nel tempo tra ricordi e presente, ripercorrendo la sua carriera che iniziò nel lontano 1968 con il debutto a Castrocaro, passando per Come si cambia, Ah che sarà, Sally, fino a classiche cover della melodia italiana come Caruso. Due ore abbondanti di musica e canzoni che fanno parte del patrimonio culturale di tre generazioni di italiani. Non sono mancati l’ironia – “Ho una prerogativa: ai miei concerti faccio piangere!” ha detto dal palco - e i cenni all’attualità con non troppo larvate denuncie da parte della Mannoia alle sperequazioni di reddito tra i paesi ricchi e i paesi poveri. Il palco, sempli-ce ma di grande impatto visivo, grazie ad una serie di pannelli che hanno costruito un continuo cambio di luci, ha valorizzato lei ed i suoi musicisti fino all’apice del concerto quando sono partite le note di Quello che le donne non dicono, successo che Ruggeri scrisse per lei nel 1987.