"Dopo diciotto anni non c'è ancora pace per le famiglie dei lavoratori uccisi alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno, in una delle più drammatiche tragedie sul lavoro della storia recente della nostra regione e del nostro Paese. Continuare a insistere, come fa la proprietà dell'azienda, nella surreale richiesta di un risarcimento da oltre 35 milioni di euro alle famiglie, alle vedove, agli orfani dei quattro lavoratori uccisi è qualcosa che dopo tutti questi anni, e dopo una sentenza definitiva per omicidio colposo, fa ancora più male": lo scrivono Maria Rita Paggio e Simone Pampanelli, segretaria generale della Cgil dell'Umbria e di Perugia. "Ci rivolgiamo prima di tutto proprio ai familiari di Maurizio Manili, Tullio Mottini, Vladimir Todhe e Giuseppe Coletti, così come all'unico superstite di quella tragedia, Klaudio Demiri per esprimere, ancora una volta, la nostra vicinanza, immaginando quello che si può provare nel vedersi nuovamente costretti a difendersi, pur essendo le vittime" aggiungono. "Parliamo di donne che hanno perso i propri mariti e fratelli - affermano Paggio e Pampanelli in una nota -, di figli cresciuti senza un padre e di un lavoratore che ha visto con i propri occhi i suoi compagni cadere. L'Umbria purtroppo è la regione dei record in quanto a morti sul lavoro, servirebbe davvero un po' di rispetto e di dignità in più".