"Mentre la politica nazionale si trova in una situazione di stallo, di immobilismo in un assurdo giuoco delle parti, i cittadini, le aziende e persino i comuni, si ritrovano a dover fare i conti con una realtà che invece non attende e che necessita di risposte immediate. Sembra quasi esserci uno scollamento totale tra questi due piani, incapaci di dialogare e di comprendersi". E’ l’amara considerazione quella che si ritrovo a fare in queste ore il sindaco di Citerna Giuliana Falaschi, che parla del bilancio comunale. "Avendo davanti a me un Bilancio di Previsione 2013 da dover costruire - ha aggiunto - senza avere dati certi sui tagli della famigerata Revisione della Spesa che il governo Monti ha pensato bene di scaricare sugli Enti Locali, senza andare ad intaccare l’apparato centrale dello Stato. Senza sapere con certezza come funzionerà la futura IMU, che ci era stato detto sarebbe rimasta totalmente ai Comuni ( e per questo sono stati già tagliati i trasferimenti dallo stato) istituendo invece un fondo di solidarietà comunale di cui ancora non conosciamo la funzionalità, l’effettiva consistenza e che andrà ad annullare la virtuosità di comuni che hanno operato bene. Senza sapere quando entrerà in vigore con certezza la famosa TARES, che andrà a sostituire la Tassa sui rifiuti o la TIA, che dovrà coprire il 100% dei costi del servizio, con l’aggiunta di altri costi generali per un aumento previsto per i cittadini intorno al 25%. Molti Comuni, tra cui anche il nostro, sono contrari all’applicazione di questa nuova tassa da quest’anno, anno di particolari difficoltà per tutte le famiglie, e l’amministrazione comunale è disposta ad accollarsi, come già scelto di fare in questi ultimi anni, il 20% del costo del servizio per non gravare sui cittadini. Ma è chiaro che, se non ci sarà un passo indietro da parte del Governo (presente o futuro), noi ci troveremo costretti a dover applicare una legge dello stato, pur non condividendola, come è accaduto per l’IMU lo scorso anno. A questo si aggiunge la scelta del governo Monti di sottoporre al Patto di Stabilità dal 2013 anche i comuni sotto ai 5.000 abitanti, gli unici, come appunto il comune di Citerna, che erano in grado di pagare i fornitori e le imprese affidatarie di appalti, in conclusione a tenere fede agli impegni presi. Si tratta di una scelta scellerata che, non solo non doveva essere applicata ai comuni più piccoli, ma che addirittura doveva essere rivista anche per i comuni medio grandi per quanto riguarda la parte relativa agli investimenti: tema affrontato proprio questi giorni con la richiesta dello sblocco dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione. Sinceramente diventa difficile comprendere come da un lato si cerchi di sbloccare i pagamenti di debiti pregressi della PA e dall’altro si obblighino, per legge, i Piccoli Comunia a farne degli altri, a meno che non si ritenga che la soluzione finale sia il Blocco di tutta l’Economia. Per questo esiste uno scollamento tra il piano nazionale e quello locale, come se chi si trova a fare le leggi non abbia la minima percezione di quali siano le reali ricadute sulla realtà di tutti i giorni, sulla gente comune, sulle aziende e sui Comuni che invece si ritrovano a dover affrontare e risolvere i problemi dei propri cittadini e a cercare di mantenere in piedi i servizi che ancora sono a garanzia del nostro stato sociale. E’ un grido d’allarme quello che lanciamo: così non si può più andare avanti e, a breve, saremo costretti a dover lasciare la spugna"!
Città di Castello/Umbertide
25/03/2013 10:09
Redazione