Citta di Castello. La Ponti Editoriale sotto sequestro

CLIMA ROVENTE ALLA PONTI EDITORIALE, DOVE NEI GIORNI SCORSI I LAVORATORI, DOPO MESI DI DIFFICOLTA’, HANNO PROCLAMATO LO SCIOPERO AD OLTRANZA. E’ DI QUESTA MATTINA LA NOTIZIA CHE LA ASL N.1, DOPO L’ISPEZIONE RICHIESTA CON URGENZA DALLA CGIL DI CITTA’ DI CASTELLO E DAI LAVORATORI PER UN PRESUNTO MAL FUNZIONAMENTO DEI MACCHINARI, HA EVIDENZIATO DIVERSE ANOMALIE E INADEMPIENZE CHE LA DIREZIONE AZIENDALE AVREBBE DOVUTO ELIMINARE. FRA LE PRINCIPALI CAUSE DI RISCHIO ANCHE CAVI ELETTRICI SOMMERSI DALL’ACQUA E DEPOSITO DI MATERIALI DI SCARTO PERICOLOSI E FORTEMENTE INQUINANTI. E COSI CADE DI NUOVO LA PONTI EDITORIALE, CHE PER ORDINE DEL GIP E’ ORA SOTTO SEQUESTRO. LA ASL N.1 GIA’ NELLA TARDA SERATA DI IERI AVEVA PROVVEDUTO AD APPORRE I SIGILLI ALL’AZIENDA. MA FACCIAMO UN PASSO INDIETRO E RICOSTRUIAMO LA VICENDA. L’AMMINISTRATORE UNICO DELLA PONTI EDITORIALE, GIAN GAETANO CASO, SEMBRA NON AVER APPREZZATO TROPPO LO SCIOPERO AD OLTRANZA PROCLAMATO DAI LAVORATORI NEI GIORNI SCORSI. E IN UNA LETTERA ALLA CGIL DI CITTA’ DI CASTELLO VALUTA L’ATTO COME “IMMOTIVATO”. ALLO STESSO STEMPO - LAMENTA IL SINDACATO - L’IMPRENDITORE NULLA HA FATTO SAPERE CIRCA L’INTENZIONE DI PAGARE O MENO LA TREDICESIMA MENSILITA’ DEL 2009 E LO STIPENDIO DI GENNAIO. MA LA CONTROVERSIA SI SVILUPPA BEN OLTRE: IN UNA NOTA DELLA CGIL SI LEGGE INFATTI CHE CASO HA CERCATO DI SCREDITARE I LAVORATORI STESSI, DICHIARANDO CHE LA LORO DENUNCIA SUL PRESUNTO MAL FUNZIONAMENTO DI ALCUNI MACCHINARI NON HA ALCUN FONDAMENTO, IN QUANTO ALL’ORIGINE DI CIO’ - QUESTE LE PAROLE - CI SAREBBERO LA “NON CURANZA E LA DISAFFEZIONE AL LAVORO” DA PARTE DEGLI STESSI DIPENDENTI. DA QUI LA DECISIONE DI LICENZIARE PER GIUSTA CAUSA I LAVORATORI, I QUALI PERO’ SONO ANDATI AVANTI PER LA LORO STRADA, CHIEDENDO UN’IMMEDIATA ISPEZIONE DELL’AZIENDA DA PARTE DELL’ASL. GIAN GAETANO CASO, OLTRE ALLA VOLONTA ESPRESSA DI LICENZIARE I DIPENDENTI PER GIUSTA CAUSA, AVEVA DICHIARATO, SEMPRE NELLA SUA LETTERA, LA VOLONTA’ DI FAR RIPARTIRE L’ATTIVITA’ DELL’AZIENDA CON L’ASSUNZIONE DI NUOVO PERSONALE, ATTO PER IL QUALE ERA GIA’ STATO DIFFIDATO DALL’UFFICIO LEGALE DELLA CGIL. CADE COSI LA FALSA ACCUSA DI PROCURATO ALLARME PER “NON CURANZA E DISAFFEZIONE AL LAVORO” FATTA DA CASO NEI CONFRONTI DEI DIPENDENTI CHE CHIEDEVANO SOLO UNA MAGGIORE SICUREZZA NELL’AMBIENTE DI LAVORO.