Una mozione e un'interrogazioone a Gubbio sulla crisi del commercio.
La prima è stata presentata dal consigliere comunale della Lega Michele Carini chiedendo una "no tax area" per le nuove attività commerciali ed artigianali del centro storico. Nella mozione si fa menzione delle difficoltà fatte registrare da area come quella di San Pietro, definita " quartiere dormitorio", mentre qualche tempo fa era "brulicante di attività". Carini ricorda che lo scorso 27 dicembre, durante l'intervento della Lega in sede di Consiglio Comunale, era stato chiesto di intervenire principalmente sulle aliquote IMU che sono tra le più alte in Umbria, ipotizzando anche l’introduzione di agevolazioni fiscali per l’apertura di esercizi commerciali. "Tale provvedimento - si legge nella mozione - prevedendo un impegno finanziario da parte dell’Ente, deve considerarsi un investimento che viene fatto nell’ottica di valorizzazione del Centro Storico con ritorni economici nel medio lungo termine". Da qui la proposta, riassumibile nei seguenti punti:
Affida invece ad un'interrogazione le sue riflessioni sulla crisi delle attività commerciali lungo la statale Eugubina il consigliere di "Gubbio Rinasce Libera" e "Giovani territorio ambiente" Orfeo Goracci . Ricorda nel suo documento che l’apertura della strada a 4 corsie Perugia - Ancona ha spostato la quasi totalità del traffico per e da Perugia su questa arteria con grandi vantaggi per la scorrevolezza e per l’abbassamento dei tempi di percorrenza. Questo ha quasi azzerato il traffico sulla “vecchia” Gubbio Perugia e le attività commerciali e turistiche di Ponte D’Assi, Colonnata, Mengara, Scritto, Belvedere sono entrate in una crisi profonda andata ben oltre le difficoltà presenti in questa fase storica per le attività in genere. Goracci sottolinea come la quasi totalità delle stesse si trovano al bivio tra il “chiudere” e l’impossibilità di pagare le varie tasse che periodicamente e puntualmente arrivano. Da qui la richiesta all'amministrazione comunale di valutare: " Un totale abbattimento della varia “tassazione” comunale, almeno di riduzione e congrua rateizzazione della stessa per dare un minimo di respiro ad attività che in questo periodo hanno subito un crollo devastante".