La Comunità Montana dell’ Alto Chiascio stipulerà una convenzione con il Dipartimento di Zoologia dell’Università di Perugia ed il Dipartimento di Botanica dell’Università di Camerino per la redazione di un progetto di gestione dei cosiddetti SIC Siti di Interesse Comunitario, individuati nel comprensorio Eugubino-Gualdese dalla Regione dell’Umbria in base alla Direttiva Habitat.
Nella zona di pertinenza della Comunità Montana Dell’Alto Chiascio ricadono infatti 11 siti: Gola del Corno del Catria, Valle delle Prigioni,Valle del Rio Freddo, sommità del Monte Cucco, Le Gorghe, il Torrente Vetorno , boschi di Montelovescovo-Monte delle Portole, Boschi del Bacino di Gubbio, Monti Maggio-Nero. I piani di gestione dovranno prevedere la valorizzazione della funzionalità degli habitat e dei sistemi naturali, salvaguardando l’efficienza e la funzionalità ecologica di questi ultimi. Si valuterà infatti non solo la qualità attuale dei siti individuati ma soprattutto la potenzialità degli habitat per raggiungere un livello di maggiore diversità.I piani partendo dalla conoscenza scientifica, dall’uso del territorio,saranno finalizzati al mantenimento della biodiversità a livello di specie , di habitat e di paesaggio. I piani di gestione, terranno conto cioè delle particolarità di ciascun sito e di tutte le attività previste, comprese naturalmente quelle antropiche. Attraverso i piani di gestione, si vuole documentare il giusto equilibrio tra la conservazione dell’ambiente e il mantenimento delle attività in corso. La prima parte del piano consterà del “quadro conoscitivo” del sito e del paesaggio circostante e riguarderà la componente biologica, socio-economica, archeologica, architettonica e culturale e paesaggistica. La seconda parte consisterà nella messa a punto delle strategie gestionali di massima e delle specifiche azioni da intraprendere, e dei tempi necessari per la loro realizzazione.
Con i piani di gestione la Comunità Montana dell’Alto Chiascio vuole inoltre ribadire l’opportunità di garantire a vantaggio delle comunità locali, l’utilizzo dei boschi in generale, che rappresentano il 27% (36.700 ettari) dell’intero comprensorio. Da sempre infatti il taglio del bosco nel territorio comprensoriale è una pratica con cui gli uomini hanno interagito con l’ambiente, lo conservano e lo migliorano anche dal punto di vista economico, culturale e paesaggistico. A questo proposito verranno programmati una serie di incontri con i residenti nei siti individuati per un percorso di lavoro comune e condiviso.
25/05/2005 12:34
Redazione