Continua nell'Alta Umbria la decima edizione di Percussionistica

Continua nell'Alta Umbria la decima edizione di Percussionistica, rassegna interamente votata al microcosmo dei tamburi esplorato nei suoi piu' diversi contesti, soprattutto di matrice etnica. Il festival, articolato non soltanto in concerti ma anche in mostre, stage, seminari, offre venerdi' prossimo al teatro dei Riuniti di Umbertide un'esibizione del gruppo Gnawa, musicisti neri marocchini eredi degli antichi schiavi originari dell' area che comprende Ghana, Sudan occidentale, Guinea, Mali, Niger e Senegal. Questa etnia trova le origini della sua appartenenza religiosa nei culti africani di possessione, trasferiti poi nel Maghreb attraverso le rotte della schiavitu'. Con l'islamizzazione in terra araba prese forma una confraternita religiosa nell'ambito del sufismo nord-africano. La loro musica viene considerata una vera e propria pratica terapeutica, differente da quella degli ordini mistici del sufismo popolare arabo-mussulmano, poiche' i Gnawa, fedeli alle tradizioni africane, attraverso la loro pratica attuano una riconciliazione e alleanza con gli spiriti possessori. Per questo e' da sempre oggetto di studio antropologico e etnomusicologico. Domenica prossima, ancora a Umbertide si esibira' l'italianissima Jinka Percussion Orchestra, diretta da Francesco Pitillo: in tutto 14 elementi, otto dei quali percussionisti. La band nasce a Milano tra il 2003 e il 2004 con l'intento proprio di valorizzare le percussioni. La line-up e' composta da musicisti provenienti da diverse band milanesi e lombarde e la strumentazione unisce tipici strumenti rock come basso, chitarra e batteria, a voci, sax e tromba. Il nome deriva da ''jinga'', il ritmo che fa da sottofondo alle cerimonie di candomble', importante religione afrobrasiliana in onore della divinita' Yemanja. La maggior parte degli strumenti a percussione adoperati dall'orchestra sono quelli tipici delle orchestre di Rio de Janeiro e Bahia.