Sono stati dodici giovani imprenditori ad aprire il convegno organizzato da Aidda Umbria (Associazione delle donne dirigenti d’azienda), in collaborazione con Confindustria Umbria, dedicato alla continuità di impresa e alle tecniche di trasmissione. Francesca Benedetti, Elisa Cesaretti, Cristina Colaiacovo, Alberto Cucchia, Chiara Franceschini, Cristina Loccioni, Lucia Mencaroni, Nicola Mirabassi, Angelica Pistelli, Francesco Struzzi, Elena Veschi e Francesco Zaganelli hanno raccontato il percorso che l’ha portati ad entrare in azienda al fianco o al posto dei genitori. “Questi giovani – ha sottolineato Sergio Cimino, presidente di Rce Consulting e moderatore del seminario – non si sono però limitati a testimoniare il loro ingresso nell’azienda di famiglia, ma hanno portato una ventata di energia e di novità con idee e progetti innovativi che si sono impegnati a realizzare all’interno dell’azienda”.
Dopo i saluti del Presidente Confindustria Umbria, Umbro Bernardini, la presidente di Aidda Umbria Maria Rita Cucchia ha introdotto i lavori sottolineando che il convegno rappresenta la logica prosecuzione dell’evento organizzato lo scorso anno (“Di padre in figlio, di madre in meglio”), focalizzato sul passaggio generazionale vissuto con gli occhi e il cuore della mamma imprenditrice. “Oggi - ha detto Cucchia - vogliamo affrontare il tema della continuità a partire dai nostri giovani, anzi vogliamo che loro stessi lo affrontino, raccontandoci le loro ansie, i loro problemi, i progetti e i sogni. In questa occasione, quindi, abbiamo invertito la prospettiva e ci siamo chiesti cosa si aspettano i nostri figli da noi, cosa pensano che noi ci aspettiamo da loro e, anche, cosa pretendono da noi. Come vivono la sensazione di predestinazione all’impegno nella nostra impresa, quanto soffrono la nostra ostinazione nel volerli coinvolgere fin da piccoli, in che modo percepiscono ed elaborano la consapevolezza del ruolo che sono chiamati a svolgere. E, ancora: quali difficoltà avvertono a portarsi dietro i nostri modelli e quanta energia è necessaria per metterli in discussione ed elaborarne di nuovi. ”
Al seminario hanno portato il proprio contributo alcuni ospiti di prestigio. Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, ha sviluppato i temi affrontati nel suo recente libro “Contro i papà” nel quale evidenzia le contraddizioni della missione genitoriale tradizionale, in un contesto di crisi e incertezza, a cominciare dalla rinuncia al ruolo di educatore per svolgere quello più protettivo di “sindacalista dei propri figli”.
Poi il giovane Enrico Moretti Polegato, presidente di Diadora (gruppo Geox) ha rappresentato il difficile mestiere del figlio di un imprenditore di successo, ma anche le soddisfazioni che il mestiere di imprenditore consente di raggiungere.
Alessandro Campi, docente alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, ha affrontato il tema del collegamento tra i processi educativi e quelli formativi, sottolineando l’opportunità che i secondi non prescindano dai primi, specie in una società in continuo cambiamento.
Il tema del cambiamento è stato affrontato anche da Sergio Cimino che si è soffermato sull’importanza dei processi di continuità e di sviluppo per un passaggio generazionale ben riuscito e che consenta la continuità dell’impresa. Attualmente, infatti, solo un’impresa su sei arriva alla terza generazione.
Lo stesso tema è stato ripreso dalla Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini che, con il suo intervento, ha chiuso i lavori del convegno.
Gubbio/Gualdo Tadino
15/11/2013 17:23
Redazione