Crisi Merloni: ancora una nota preoccupata dei sindacati sul futuro di Gaifana

"Quanto sta accadendo alla Merloni di Nocera Umbra lascia sconcertati i delegati sindacali, ed in particolar modo i responsabili interni della R.S.U. Fim-Fiom-Uilm": è l'attacco di una nota a firma della RSU della Merloni di Gaifana che torna a porre l'accento sulla situazione di crisi dell'azienda e sulle preoccupazioni dei lavoratori per il proprio futuro: "L’atteggiamento adottato dall’azienda in queste ultime 2 settimane - prosegue la nota - ci lascia molto perplessi sui modi ed i metodi che hanno portato da 4 a 6, le settimane di ferie e per la maggior parte dei lavoratori ha significato solo ulteriore cassa integrazione. Contestiamo quindi la mancanza di informazione, e le scelte prese dalla azienda, senza un minimo di contrattazione, ritenendole inaccettabili, considerando anche lo sforzo che la R.S.U. sta mettendo nella collaborazione per la salvaguardia dell’azienda e dei posti di lavoro. Quindi, i responsabili delle RSU, Angelo Comodi - Luciano Recchioni e Rosa Dironza, invitano l’azienda ad un cambio di atteggiamento, ad un rispetto dei ruoli, e soprattutto ad una maggior chiarezza e trasparenza sulle decisioni che si intendono prendere, non possiamo essere spettatori, ma intendiamo partecipare alle decisioni rispettando i ruoli che hanno sempre contraddistinto il rapporto tra azienda e sindacato. Noi, nel nostro compito, siamo in grado di assumerci responsabilità, come dimostrato in passato, dando anche indicazioni importanti nelle vicissitudini aziendali. Non capiamo quindi, perché oggi è venuta meno questa mancanza di informazioni, e soprattutto non si capisce il perché di questi ritardi nella ripresa della produzione. A questo punto riteniamo doveroso l’intervento del coordinamento nazionale nel sollecitare l’azienda e capire se è ancora intenzionata ad investire a Gaifana, inoltre chiediamo a che punto è il piano industriale che doveva essere presentato nel mese di luglio. I delegati ed i lavoratori vogliono sapere quale futuro li attende. Non siamo al livello dell’Alitalia - chiude la nota - ma anche l’Antonio Merloni nei precedenti piani industriali ha parlato di oltre un migliaio di esuberi. Se ci fosse la sciagurata possibilità di chiusura, tra diretti ed indiretti si arriverebbe a oltre seimila dipendenti che perderebbero il posto di lavoro, - per il nostro territorio sarebbe una vera catastrofe".