Da Belfiore a Buffalo un esercito di 150 folignati

Sembra di respirare i fumi dell’Andrea Doria appena sbarcata ad Ellis Island nell’ascoltare Adelmo Nati, belfiorese e ormai newyorkese d’adozione che narra la storia della sua prolifica famiglia che a Buffalo, New York, conta ben 150 membri, stando all’ultimo pic-nic-family che il clan dei Nati fece dieci anni fa. Inutile dire che oggi i suoi parenti di origine belfiorese sono decine di più, capaci di colonizzare in meno di un secolo una grande metropoli a suon di matrimoni e una media di cinque figli ciascuno, almeno per le prime due generazioni di emigrati. Sembra di vederlo, il piccolo Adelmo, mentre parte con il padre carbonaio, la mamma ed i fratelli Rolando e Francesco con pochi bagagli in un lontanissimo 15 luglio del ’56. Il papà di Adelmo il sogno americano non ce l’aveva proprio, negli occhi. A spingerlo i tre fratelli, già tutti emigrati prima di lui in quella che gli descrivevano come la terra del Bengodi. I tre zii di Adelmo, Gino, Nello e Domenico, tutti emigrati in Usa fra il 1912 e la fine della I guerra mondiale, contribuirono alla colonizzazione rispettivamente con 4, 5 e 6 figli, lavorando inizialmente a Carbondale, Pennysilvania, in una miniera di carbone. Carbone chiama carbone. Ed ecco il doloroso strappo dai boschi delle montagne di Foligno (producendo appunto carbone che nessuno era più in grado di pagare) fino ad un’officina meccanica di Buffalo che in quegli anni contava 221.000 operai e che pagava il papà di Adelmo ben 2 dollari e cinquanta l’ora. Adelmo studia con buoni risultati e diventa perito meccanico; a 19 anni il padre lo manda in Italia a cercar moglie. “Papà –racconta- temeva che sposassi un’americana e ripeteva sempre: moglie e buoi dei paesi tuoi”. Ma Adelmo si innamora e si sposa -dopo la cosiddetta ‘fuitina’ italian-styled - con Dorothy, graziosa collega d’oltreoceano. Quattro i figli, otto i nipoti, portati quest’anno, in questa estate afosa, a conoscere la terra d’origine del proprio bisnonno, raccontando loro come da quelle montagne, dopo un viaggio in una nave lungo sette giorni e sangue e sudore lasciati in una miniera, si sia generata la loro stirpe ed il loro destino di cittadini italo-americani.