Donazione cordone ombelicale: dati ancora bassi all'ospedale di Gubbio-Gualdo

Una nuova vita ed una nuova possibilità di cura: la donazione del sangue del cordone ombelicale è un atto incondizionato d'amore che non comporta nessun rischio né per il bambino né per la mamma. Nonostante l'ospedale di Branca sia una delle strutture specializzate, grazie alla collaborazione con la Banca Toscana di Sangue Placentare con sede presso l’unità ospedaliera di Ematologia al Carreggi di Firenze, e nonostante un’importante campagna informative soprattutto tra le future mamme, sono ancora poche, rispetto i parti annuali registrati sul territorio, le donne che decidono di donare il proprio cordone ombelicale. Come dimostrano i dati relativi al 2011, il numero di richieste pervenute è di 70, mentre quello di domande effettuate, dopo gli accertamenti, è 51 di cui 49 ad uso eterologo (la partoriente mette a disposizione del prossimo il sangue del cordone ombelicale del neonato), una autologo-dedicato (l'uso del sangue è di carattere personale, unicamente nel caso in cui tra i consanguinei del nascituro è riconosciuta una patologia), ed infine una autologa (sempre ad uso personale, consentita nei casi in cui non esistano le condizioni previste per le donazioni dedicate). Considerati i 459 parti dello scorso anno, sono dati ancora piuttosto esigui: il numero di richieste pervenute nel primo semestre del 2012 è di 23 che dopo gli esami, scende a 21. Una questione poco conosciuta da molte donne, in alcuni casi addirittura ignorata, che sarebbe necessario approfondire visto che il sangue del cordone ombelicale, grazie alla grande quantità di cellule staminali emopoietiche, in grado di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, rende possibile il trattamento di malattie tumorali del sangue, la leucemia e i linfomi, e altre patologie come la talassemia, l'aplasia midollare e il mal funzionamento del sistema immunitario.