Dopo 43 anni trascorsi in magistratura oggi sarà l' ultimo giorno con la toga prima della pensione per Fausto Cardella, procuratore generale della Repubblica di Perugia e protagonista di alcune delle inchieste più importanti della recente storia italiana, dagli attentati di mafia all' omicidio di Mino Pecorelli a quelle sulle ' toghe sporche' romane. La notizia è riportata oggi dalla Nazione. Il posto di Cardella sarà preso per il momento dal sostituto Dario Razzi, in attesa della nomina del nuovo pg. Così come ancora deve essere indicato il nuovo capo della procura della Repubblica di Perugia. "L' indagine che non riuscirò mai a scordare? Quella sulla strage di Capaci. Dal punto di vista professionale è stato come correre in Formula Uno per la qualità dei rapporti e le cose che ho imparato. E' un evento che ha segnato la mia vita.
Dopo Capaci niente è stato più come prima", ha detto alla Nazione Cardella, che domani compirà 70 anni. Il magistrato si è quindi soffermato sulla figura di Falcone. "Gli devo anche un pranzo - ha ricordato -, che non ho fatto in tempo a ricambiare. L' ho conosciuto molto più da morto. E devo dire che man mano che il tempo passa emerge la grandezza della sua figura e del suo pensiero. Sono passati 28 anni e ancora continuo a scoprire un personaggio diverso da quello che è nell' immaginario collettivo, dall' eroe votato al sacrificio. In realtà Falcone era un uomo normale che amava la vita. E' stato un grande patriota, un uomo di pensiero. Il danno arrecato con la strage di Capaci, oltre ai morti, è stato quello di aver interrotto, seppellito con lui, le idee che iniziavano a germogliare e che, se sviluppate, avrebbero portato al rinnovamento e alla modernizzazione della magistratura, invece rimasta ancorata a problematiche legate agli anni ' 70. Il mondo è cambiato ma noi siamo ancora lì". Nell' intervista Cardella ha parlato anche dell' uomo Giulio Andreotti, coinvolto e poi definitivamente assolto nell' indagine sull' omicidio di Mino Pecorelli coordinata dal magistrato, spiegando di ricordare "la compostezza sua e del suo difensore", l' avvocato Franco Coppi. "Un detto siciliano - ha aggiunto - dice: ' Non si pigliano se non si somigliano' C' era uno stile sia dell' imputato che della difesa".
Del dibattimento Cardella ha spiegato di ricordare in particolare "l' esame e il controesame di Tommaso Buscetta fatto con Coppi". "E' stata - ha sottolineato - una delle esperienze professionali più interessanti della mia carriera".
Perugia
25/05/2020 09:22
Redazione