Amato Lorenzi colono di 18 anni, Adolfo Bicchielli colono di 31 anni, Nazzareno Petrini Rossi di 39 anni sposato con la figlia di Lamberto Anemone, 61 anni, che abitava nella casa padronale di una famiglia di Macerata in località Cavallara . Sono loro i 4 martiri di Torre Calzolari di Gubbio, trucidati senza alcun motivo il 27 giugno del 1944 dai militari tedeschi in ritirata afferenti al Reparto esplorativo corazzato 103 e al Battaglione pionieri paracadutato 4. Gubbio ha ricordato questi civili, vittime innocenti della barbarie della guerra, con l'apposizione di una corona commemorativa per mano del sindaco Filippo Stirati e di una delegazione comunale: " Una doverosa restituzione – ha detto il primo cittadino - e un necessario omaggio alle famiglie e ai discendenti delle quattro vittime di questo orribile eccidio", così come già fatto in precedenza per le tre vittime che lo stesso giorno caddero per mano nazista a Villamagna. Quel giorno, il 27 marzo 1944, e quello successivo i militari tedeschi stavano razziando le campagne eugubine alla ricerca di cibo , ma anche di partigiani e quanti li aiutavano . A Torre Calzolari, raccontò in seguito il parroco don Francesco Bianconi , i soldati giunti alle case coloniche asportarono un bove, una vacca, prodotti di formaggio fresco e di suino, orologi d’argento, chili di strutto, uova. Quindi giunti al vocabolo Canonica, trovarono nascosti per la paura di essere rastrellati Amato Lorenzi e Adolfo Bicchielli, semplici coloni scambiati tuttavia per ribelli, che vennero fucilati mentre la casa fu incendiata con tutto quello che vi era dentro. Più tardi, altri militari giunsero in vocabolo Cavallara ed entrarono nella casa colonica doveva viveva la famiglia di Lamberto Anemone : trovarono la giovane moglie del figlio Evaristo con la figlioletta di appena sei mesi, poi usciti, freddarono con un colpo Nazzareno Petrini Rossi, suo cognato. Lamberto Anemone, che era in stalla, vista l’uccisione del genero, provò a fuggire ma fu raggiunto da un proiettile che gli perforò il collo per poi essere defintivamenrte freddato da un colpo alla testa. Al ritorno a casa il figlio Evaristo trovò la macabra sorpresa. A memoria di questa terribile pagina di storia nel piccolo cimitero di Torre vicino al muro di cinta è stato dedicato un piccolo spazio alle vittime dell'eccidio, mentre dentro la Chiesa parrocchiale c’è una lapide in marmo, che enumera i nomi dei quindici abitanti (militari e civili) della frazione, morti nelle vicende del secondo conflitto mondiale e tra questi, anche i quattro civili, fucilati il 27 marzo 1944. A chiusura del giorno di commemorazione presso la Biblioteca Sperelliana Giancarlo Pellegrini e Gianluca Sannipoli hanno raccontato questa storia nell'appuntamento “I posteri non dimenticheranno. Gubbio 27 marzo 1944. L’eccidio nazista di Torre dei Calzolari” organizzato dal Comune di Gubbio in collaborazione con la Diocesi eugubina e con l'Ass. Famiglie 40 Martiri Onlus, parte delle attività che precedono la ricorrenza dell'eccidio dei Quaranta Martiri del 22 giugno.
Gubbio/Gualdo Tadino
16/06/2022 18:18
Redazione