Economia: in Umbria tassi bancari più alti del Centro Nord, critiche da Vinti (Prc)

Secondo i dati della ricerca dell'Istituto Tagliacarne sui tassi medi d'interesse praticati dalle banche nelle province italiane nel corso del 2006, in Umbria le famiglie e gli imprenditori pagano alle banche il 30% in piu' di interessi rispetto ai tassi praticati a Firenze. 'E' questa probabilmente la ragione delle difficolta' dell'economia umbra nel reggere il confronto con quella delle aree piu' sviluppate del nostro paese e anche del modesto livello del reddito pro-capite umbro che, dopo quello ligure, e' il piu' basso fra le regioni del Centro Nord, collocandosi al di sotto della media nazionale'. Lo ha detto Stefano Vinti, capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio regionale. 'L'Umbria - continua Vinti - paga il pegno maggiore al suo sistema del credito, accollandosi tassi che, al confronto con altre realta', possiamo tranquillamente definire da 'strozzini''. Per l'esponente di maggioranza qualunque commento diventa difficile 'davanti ad una graduatoria - sottolinea - che pone Terni nella posizione di 'maglia nera', con un tasso a breve termine, quello cioe' praticato sui prestiti della durata di pochi mesi, che sfiora il 7, quando a Firenze, la citta' piu' fortunata fra tutte, si paga un 4,63; Perugia, con il suo 6,64% e' al 61' posto sulle 67 province esaminate, ma nel precedente rilevamento, che risale al 2004, il tasso medio praticato nella provincia capoluogo era il 6,59, quanto basta per farla retrocedere di 19 posizioni'. Il capogruppo di Rifondazione sostiene che 'i rivolgimenti che hanno interessato il sistema creditizio umbro negli ultimi anni, con la calata nella regione dei piu' grandi gruppi bancari italiani, nient'affatto legati al territorio e che si sono 'mangiati' gran parte delle piccole banche locali, hanno prodotto un peggioramento della situazione'. Per Vinti 'in una fase in cui si inizia a discutere di riforma degli strumenti regionali che agiscono a sostegno dell'economia umbra, ci si deve chiedere quale ruolo nuovo debba essere ad esempio assegnato a Gepafin per sottrarla al destino di semplice esecutrice della volonta' delle banche socie che, assieme alla Regione, ne compongono il consiglio di amministrazione, mentre sarebbe auspicabile che Gepafin assuma pienamente la logica del rischio d'impresa per meglio corrispondere alle attese di chi, avendo idee innovative da proporre su come e cosa produrre, trova oggi difficile metterle in pratica'.