Non sarà un Natale facile per gli ex lavoratori Merloni, quelli non riassunti dalla Jp, che dallo scorso 12 ottobre hanno visto concludersi il periodo di mobilità e si sino ritrovati senza sostegno economico alcuno al loro stato di disoccupati ( nella foto un momento della protesta il 12 ottobre scorso davanti alla Prefettura); sarà tuttavia un Natale meno nero del previsto perchè fino al prossimo 31 dicembre vedranno prorogati gli ammortizzatori sociali scaduti. Lo aveva promesso ai sindacati l'assessore regionale Fabio Paparelli, ovvero che la Regione si sarebbe assunta l'onere economico di coprire le mensilità da qui a dicembre, 600 mila euro di fondi che arrivano da quelli messi a bilancio per le politiche sociali. A giorni quella promessa diventerà realtà. In totale saranno circa 200 i lavoratori ex Merloni che si vedranno erogare il contributo di mobilità "suppletiva" fino al 31 dicembre. Una boccata di ossigeno importante che tuttavia non risolve il problema di una crisi del mercato del lavoro sul territorio della fascia appenninica senza precedenti. Per trovare qualcosa di simile bisogna visitare le sale del museo dell'emigrazione "Pietro Conti" di Gualdo Tadino e rivedere i volti di chi, nel secondo dopoguerra, decise di prendere la valigia e varcare le Alpi per trovare lavoro. Allora c'erano le miniere di Belgio e Francia, oggi le mete dei giovani della fascia si chiamano Inghilterra, Germania, Lussemburgo. Pesa sull'area ex Merloni la mancata reindustrializzazione dopo il crollo del colosso degli elettrodomestici: non decolla la Jp, per la quale, ma il condizionale è d'obbligo, sarebbero tuttavia pronto un prestito da parte delle banche per dare vita al suo progetto di sviluppo industriale, mentre non c'è ancora certezza sulle aziende interessate al pacchetto di finanziamenti pubblici messo sul piatto dall'accordo di programma. Pesa di contro l'esclusione della zona ex Merloni dalle aree di crisi complessa, riconoscimento giunto per la conca ternana che consente, tra gli altri provvedimenti, il prolungamento degli ammortizzatori sociali. Su questo punto il consigliere regionale Andrea Smacchi presenterà un'interrogazione in cui si chiede alla giunta umbra quali siano le aree di crisi non complessa individuate in Italia dal Governo e in particolare se l'Umbria abbia indicato la zona ex Merloni . “Per le aree di crisi non complessa – spiega Smacchi – il Governo mette a disposizione 250 milioni di euro a livello nazionale e per l'Umbria tale riconoscimento può riguardare territori di non oltre 180mila abitanti. A individuare questi perimetri, stando al decreto varato dal Mise lo scorso 4 agosto, possono essere le singole Regioni interessate. E' importante – dice Smacchi – attivare anche questo tassello della legge n.181/89 per rilanciare zone colpite dalle crisi industriali".