«Ritengo utile intervenire oggi in merito ad alcuni articoli di stampa, pubblicati i giorni scorsi, sulla Festa dei Ceri del 15 maggio, sulla vicenda Unesco, nonché, sulla presunta, quanto infondata, costituzione dell’Ente Ceri. Lo faccio inviando le mie valutazioni, di Sindaco della città, a tutti gli organi di informazione poiché non voglio aprire nessuna polemica, soprattutto di speculazione politica, sulla Festa dei Ceri. Vorrei ringraziare gli eugubini, la Diocesi ed in particolare il lavoro delle Famiglie Ceraiole, dell’Università dei Muratori e del Maggio Eugubino per aver garantito al meglio sia nelle taverne che sotto gli arconi il controllo, il decoro e la pulizia con l’impegno di tante persone. Non sto a ricordare a chi non conosce perché non vuol sapere o peggio fa finta di non conoscere, dimostrando una assenza totale di rispetto nei confronti del lavoro di tutte le componenti della Festa, quanto l’amministrazione comunale si sia adoperata non solo per coordinare il tutto ma, anche, per garantire servizi igienici, pulizia e pronto intervento. Offensivo, nei confronti dell’intera città, descrivere Gubbio come luogo di degrado dopo la Festa quando il 15 maggio abbiamo vissuto tutti una giornata meravigliosa e ordinata. Evidentemente singoli comportamenti, che non c’entra nulla con i valori della Festa, sono più importanti della Festa stessa. Non è casuale, poiché scientificamente voluto se non anche politicamente guidato, il tentativo di montare una polemica sul così detto Ente Ceri quando in nessun tavolo istituzionale tra le componenti della Festa se ne sia mai parlato, anche qui, non tutti si rendono conto che c’è una etica professionale che dovrebbe far distinguere gli appuntamenti del tutto informali da quelli di natura istituzionale. In nessuna delle due ipotesi, né il Comune né tantomeno le Famiglie Ceraiole hanno mai parlato di tutto ciò. Conosco Gubbio e le relazioni di questa città. Il Sindaco non consentirà a nessuno di far ripiombare la città in una contrapposizione tra buoni e cattivi dove anche la Festa dei Ceri viene utilizzata come strumento per colpire, di volta in volta, coloro i quali non vengono graditi. L’imparzialità e l’autonomia delle istituzioni mi porta a tenere questo atteggiamento di rigore laico per il quale rifiuto ogni approccio ideologico e di scontro personale che non fa bene a Gubbio. Come Sindaco ho dato prova che il tavolo delle componenti della Festa dei Ceri verrà convocato non solo per l’organizzazione in se del 15 maggio ed è per questo che i tentativi maldestri di non voler far discutere su come migliorare la tutela della Festa, l’immagine della città nonché su come valorizzare al meglio il patrimonio di profonde radici culturali e storiche dato dalle Università cittadine, sarà costantemente respinto dalla fermezza del ruolo istituzionale. Come ulteriore riprova di questo becero tentativo, volutamente creato, vi sono le accuse volte ad affermare che Regione e Comune non si sono impegnati sul riconoscimento della Festa dei Ceri come patrimonio dei Beni Immateriali dell’Unesco. Accuse mosse da coloro i quali, allora al governo della città, furono protagonisti dell’uscita della Festa dei Ceri dalla Rete delle Macchine a Spalla. Allora si è stati, probabilmente, i protagonisti ed oggi si difendono accusando coloro i quali hanno ereditato quelle scelte: il più bello esempio di coerenza sarebbe stato quello, da parte loro, di un rispettoso silenzio. Chiederei però troppo visto che, per costoro, anche i Ceri possono diventare strumento di battaglia politica. Penso, invece, quanto segue: via la politica dalla Festa dei Ceri, chi non lo fa non ha a cuore né Gubbio né la Festa ed è per questo che non scenderò su questo triste terreno di confronto. Non sto a ricordare tutte le iniziative prese, create e promosse da Sindaco e come amministrazione comunale poiché ci saranno tempi, modi, atti, verbali per poterlo dimostrare.
Certo è che non consentirò a nessuno di non poter lavorare per il bene di Gubbio in maniera serena, andando a cena con chi si vuole, di non poter aprire un dibattito per promuovere al meglio la dimensione ed il valore culturale dell’intera città poiché ad alcuni sono estranei i principi di convivenza civile e democratica».
01/06/2012 16:36
Redazione