Foligno, 2800 operai in cassa integrazione

Stiamo attraversando una crisi occupazionale gravissima, che impone risposte immediate e concrete”. A lanciare l’allarme è la Cgil provinciale, di fronte al moltiplicarsi di aziende che chiedono la cassa integrazione per i propri dipendenti. Secondo dati sindacali infatti ad oggi sono oltre 2800 gli operai del territorio locale, costretti a rimanere a casa in attesa che la crisi rientri. A essere più colpiti i settori meccanico e quello artigianale, piccole e medio aziende come la Rapanelli di Foligno, la Sitem di Trevi, la Minerva di Spoleto, la Mignini di Bastia Umbra. Una lista che si allunga ogni giorno di più e al cui vertice si piazza la gravissima crisi della Merloni di Nocera Umbra, che proprio ieri ha di nuovo chiuso i battenti, per mancanza di lavoro lasciando di nuovo a casa ben 1000 operai, in attesa che la produzione riparta grazie ai 68 milioni di euro stanziati dalla comunità europea. Insomma situazione generale pesantissima, di fronte alla quale i sindacati chiedono alle istituzioni fondi speciali destinati a tamponare le emergenze. Il Comune di Foligno si già attivato in questa direzione stanziando un fondo speciale di 150mila euro, destinati ad aiutare le famiglie dei lavoratori in cassa integrazione. Per rilanciare la produttività e creare nuovo lavoro sul territorio locale, sarebbe inoltre indispensabile secondo la Cgil avviare quanto prima i cantieri pubblici già previsti come il raddoppio della ’77, la Variante Sud, la riqualificazione vecchio ospedale. Contro la crisi generale che stiamo attraversando la Cgil ha indetto uno sciopero generale, che si terrà a Roma il 13 febbraio prossimo. Dall’Umbria partiranno oltre 20 pullmann.