"Fratelli carissimi, il termine martirio non può essere equivocato". Così il vescovo S.E. Mons. Gualtiero Sigidmondi nell'omelia durante la messa solenne in onore del patrono folignate San Feliciano. Davanti alla consueta folla di folignati giunti in cattedrale per rendere omaggio al protettore della città il Vescovo ha voluto ricordare i martiri di oggi, i cattolici e cristiani che danno la loro vita per Cristo. Circa il martirio ha detto: "e' una parola che indica una moltitudine immensa di cristiani che sono rimasti fedeli a Cristo anche quando il prezzo era, ed è, il più alto possibile: versare il proprio sangue. Per celebrare degnamente il martire Feliciano rendiamo omaggio ai tanti cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati a causa della fede". Più avanti il Vescovo ha citato Papa Francesco ricordando "La situazione drammatica che vivono i nostri fratelli in Iraq" ma anche gli yazidi e gli appartenenti ad altre comunità religiose ed etniche. Una situazione che "esige una presa di posizione chiara e coraggiosa per condannare in modo unanime e senza alcuna ambiguità tali crimini e denunciare la pratica di invocare la religione per giustificarli”.
A seguire la dura condanna verso i kamikaze ed il terrorismo islamico: "Una parola chiara e coraggiosa occorre dirla sul termine martirio, assunto per indicare, accanto ai martiri della fede, i martiri della patria, della mafia, del lavoro, del totalitarismo: fedeli alle proprie idee, testimoni fino alla morte. Quando i kamikaze, che dicono di agire nel nome del Profeta, si definiscono “martiri” e affermano di essere disposti al “martirio”, anzi di cercarlo, occorre gridare con forza che non sono martiri: non lo sono nemmeno per larghissima parte dell’Islam! I kamikaze, infatti, non sono martiri ma “criminali con pulsione suicida”. Il martire è tutt’altra cosa: è sempre disarmato; ama, non odia; non si toglie la vita, ma la dona; è incapace di qualsiasi violenza; non cerca il martirio ma, se costretto, è disposto a subirlo. La sua testimonianza è mite e pacifica: estingue l’odio con il perdono. Pertanto, le parole martire e martirio non possono essere corrotte nel senso voluto dai kamikaze, perché dimenticheremmo due millenni di storia, di umanità e di fede. “Occorre, dunque -ha concluso il vescovo- difendere queste parole dall’aggressione dei violenti e dalla dabbenaggine dei distratti”.
Foligno/Spoleto
25/01/2015 15:27
Redazione