Foligno: il 60enne che vive in uno scantinato non vuol essere aiutato

Che viva nello scantinato non si può certo dire del tutto. Perché il sessantenne folignate che vive in uno vano seminterrato al civico otto di via Amendola, di fatto nella sua abitazione fredda e priva di ogni genere di comfort (compresi quelli minimi come la possibilità di poter contare su un pasto caldo o su un ambiente illuminato) non risiede quasi mai. Difficile, quasi impossibile, raggiungerlo. Ci abbiamo provato più volte e sempre abbiamo dovuto volgere le spalle al portone chiuso della palazzina. A provarci, inutilmente anch’essi, sono stati gli assistenti sociali del Comune di Foligno che a suo tempo, in conseguenza di una segnalazione al sindaco da parte dell’amministratore di condominio, si sono recati a casa dell’uomo che però per tutte le dodici ore della giornata vive altrove. E’ andata meglio ai vigili urbani che in via Amendola sono andati al calar della sera. Contattato il pensionato, hanno però dovuto incassare un secco no. No ad alcun aiuto. No. Di fronte a un tale rifiuto, sulle cui motivazioni non si è fatta ancora luce, si rimane perplessi. Fino a che punto è giusto aiutare chi non vuol farsi aiutato? Se lo è chiesto l’assessore ai servizi sociali del Comune di Foligno Rita Zampolini che pur assicurando il proprio fattivo interessamento ha subito chiarito che non esistono le condizioni, nemmeno quelle giuridiche, per aiutare chi non vuol altro che essere lasciato stare. Vivere senza luce, gas o acqua non è certo un reato, non integra nessun comportamento anti-giuridico. A meno che la sua libertà, la libertà dell’indigenza, non leda la libertà altrui. Niente fornellini a gas, quindi. Nessuna bombola che sopperisca al metano. Chi vuol vivere secondo proprie regole insomma deve comunque rispettare quelle della convivenza civile.