Gheddafi: sindaco Gubbio, non si può tacere la grave offesa alla figura della donna

''Non si può tacere la grave offesa arrecata alla figura della donna e la compiacenza bieca del Governo Berlusconi e, personalmente, dello stesso premier''. E' quanto rileva il sindaco di Gubbio, Maria Cristina Ercoli, sulla visita di Gheddafi in Italia. ''Non c'è mai limite al cattivo gusto che ispira le azioni del Governo e i suoi sodali in affari è l'incipit della nota, anche a firma dell'assessore Lucio Panfili - in questi giorni ci siamo nuovamente coperti di ridicolo nei confronti del Mondo intero, assistendo alla pagliacciata della visita in Italia di Gheddafi e ai suoi show deliranti, il Colonnello, a Roma per le celebrazioni del secondo anniversario del Trattato di amicizia italo-libico, ha trasformato l'Italia in una sorta di palcoscenico per le sue invasate esternazioni''. Gli amministratori insistono ''la notizia data da telegiornali incredibilmente servizievoli di 500 ragazze assoldate per impartire loro lezioni di religione islamica, con tanto di velo, è uno dei peggiori incubi che si poteva pensare di avere in questo scorcio di fine estate. La messa in scena era stata organizzata quasi di soppiatto un anno fa e questa volta è stata lanciata invece come spettacolare prologo agli incontri più strettamente politici con le autorità italiane''. ''Evidentemente - l'ironica riflessione di Ercoli e Panfili - la percezione della donna e delle migliori attitudini che essa esprime, trova sintonia nei due capi di Governo e di Stato, come, per stessa ammissione di alcune rappresentanti del Pdl, è evidente che basta avere un bel corpo e disponibilità, per fare carriera politica ed entrare nelle grazie del premier. Quello di Gheddafi è stato uno spettacolo intollerabile - concludono - l'esternazione poi riguardo alla minaccia ''nera e al mettere in guardia l'Europa dalle conseguenze dell'immigrazione clandestina, proponendo un aiuto della Libia dietro l'erogazione di 5 mld di euro, ha superato veramente il segno. L'Italia è una Nazione occidentale che deve difendere la propria dignità culturale, sociale e politica e va denunciato l'atteggiamento ''affaristico'’ con il quale il nostro premier conduce le sue visite istituzionali''.