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Giochi delle Porte, San Facondino chiede la revisione del sabato

Gualdo Tadino, Porta San Facondino boccia il corteo del sabato dei Giochi e chiede il ritorno al vecchio cerimoniale. Tradizione, sicurezza e logistica taverna tra i motivi
A Gualdo Tadino la macchina organizzativa dell'Ente Giochi delle Porte è già al lavoro per i prossimi appuntamenti di maggio, ma anche per il palio di settembre. Ieri sera la riunione della commissione artistica che ha esaminato alcune proposte di modifica del premio corteo storico e dello svolgimento del corteo storico stesso . Va in tal senso il comunicato odierno di Porta San Facondino che chiede all'Ente Giochi di riportare lo svolgimento del sabato dei giochi alle modalità in uso nel 2014, ovvero con partenza di ogni Porta dal suo quartiere dalle ore 20 in poi , per poi passare alla lettura dei bandi, quindi , dalle 22.30 sfilare per il circuito dell'anello storico. Cinque le motivazioni addotte: l'attaccamento alla tradizione, le difficoltà nella gestione di figuranti e traffico in Largo di Porta Romana prima del corteo e in Piazza Soprammuro dopo il suo ingresso in piazza , la comprensibilità dei temi preclusa per la presenza in piazza nello stesso momento di Porte diverse, il mancato introito per la taverna di San Facondino il cui accesso è stato interdetto per diverse ore causa la presenza di cortei in svolgimento . Di seguito le motivazioni spiegate nel documento di Porta San Facondino. 1. Tradizione e Storicità La piazza di Gualdo è uno spazio con una sua precisa e logica morfologia. La città medievale, infatti, e prima ancora quella romana, è identificata da due strade (il cardo e il decumano) che si incrociano e si incontrano nella piazza, dando luogo a quattro parti chiamate appunto quartieri. È da lì che tutto nasce: i rioni, la costruzione delle porte, il senso di appartenenza, la vita associata, la piazza come spazio comune di incontro e confronto. Scegliere di sfilare partendo ognuno dal proprio quartiere e dalla propria strada nella serata del sabato vuol dire usare lo spazio della piazza nella sua “essenza”, per quello che storicamente, simbolicamente e narrativamente è. Tale ragionamento si lega non soltanto al concetto di tradizione – della quale, piaccia o meno, occorre comunque avere rispetto e salvaguardia – ma anche al concetto stesso di rievocazione storica, intesa come riproposizione didattica di valori, istanze e motivazioni del passato. 2. Gestione e Sicurezza La Commissione Tecnica ha messo in evidenza, a più riprese, l’ingestibile situazione venutasi a creare nella zona dei Giardini sin dal primissimo pomeriggio, a causa della partenza unica dei Cortei: vie di accesso chiuse, traffico bloccato, impossibilità di accesso a strutture, esercizi commerciali e servizi importanti, difficoltà nel liberare i parcheggi, interdizione al transito pure per i residenti ecc. La Commissione Tecnica ha poi sottolineato l’estrema pericolosità riscontrata nel dover raccogliere oltre settecento figuranti nell’angusto spazio del Soprammuro durante l’entrata in piazza dell’ultimo Corteo storico – misura dettata unicamente dall’esigenza di lasciare libera la visuale ad una fila di spettatori sulle tribune: è del tutto evidente, infatti, che l’area del Soprammuro è insufficiente ad accogliere una tale mole di figuranti (in attesa, ma in continuo movimento), stipati insieme a decine di carri scenografici e ad animali di grossa taglia che già da soli costituiscono una plausibile e preoccupante causa di incidenti per cose e persone (cfr. la “Relazione morale” della Commissione Tecnica). 3. Comprensibilità La soluzione adottata nel 2015 ha inoltre evidenziato la confusione che si crea negli spettatori allorché nel medesimo istante si trovano a transitare per la piazza i Cortei di due Porte distinte (l’uno proveniente da Via F. Storelli, l’altro rientrante da Corso Italia), confusione e incomprensibilità aumentate dal fatto che soltanto di uno di essi viene fornita la descrizione da parte dello speaker sul palco e per di più al termine del giro, lasciando il pubblico – sia quello in piazza, sia quello lungo il percorso – per tutto il resto del tempo all’oscuro di quanto passa sotto i suoi occhi. 4. Tempi e Conclusione del cerimoniale Altra situazione critica si è rivelata la conclusione del cerimoniale. I cambiamenti apportati non hanno consentito alle sfilate di terminare prima rispetto alle edizioni del passato, come si auspicava: ci si è trovati, anzi, nella condizione di dover ricomporre quattro Cortei ad un’ora ancora più tarda del consueto e per percorrere soltanto un breve tratto di strada. D’altra parte, pensare di finire il cerimoniale con la lettura dei bandi toglierebbe alla serata l’impatto spettacolare che manifestazioni di questo tipo presuppongono e abbandonerebbe la piazza ad un caos generale, la cui unica soluzione sarebbe una sorta di “rompete le righe” di figuranti e scenografie, ancora una volta inappropriata alla rilevanza dell’evento e ritenuta proibitiva dalla stessa Commissione Tecnica. 5. Taverne Un paragrafo a parte – ma strettamente collegato al precedente – merita l’analisi dell’andamento della Taverna per la serata del sabato: dalle 20.30 alle 2 di notte si è incassato quanto dalle 19 (orario di apertura della Taverna) alle 20.30. Vale a dire che nell’arco di quasi sei ore si è guadagnata la stessa cifra ottenuta nella prima ora e mezza. Tale dato rivela che dalle 20.30 sino al termine del Corteo storico la Taverna di San Facondino è stata praticamente irraggiungibile per turisti e portaioli, tagliata fuori in maniera pressoché continuativa dal procedere della sfilata lungo Via R. Calai. Questo ha comportato un vuoto di diverse ore nell’attività della Taverna, colmato solo da un’ostinata dedizione e voglia (non ripetibile) dei tavernieri, che hanno assicurato la preparazione dei pasti sino a tarda notte, a vantaggio soprattutto dei figuranti del Corteo. A ciò si aggiungono le assenze di coloro che hanno preferito andare direttamente a casa. Se la scelta della modifica del Corteo storico doveva servire ad incrementare l’attività delle Taverne, davvero questo non è successo e “l’esperimento” è da considerarsi fallito: infatti, anche tenuto conto dell’orario di avvio del corteo (ore 21.00), la maggior parte degli spettatori ha preferito mangiare a casa, mentre altri, di fronte al prevedibile affollamento di persone dalle 19 alle 20, hanno preferito un pezzo di pizza al servizio della Taverna.
Gubbio/Gualdo Tadino
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