Ieri il consiglio comunale di Gualdo Tadino ha approvato bilancio e Dup. Da segnalare che l'opposizione con "Rifare Gualdo" ha chiesto un parere ad Anac, autorità nazionale anti corruzione, sull’affidamento della gestione di sette musei comunali allo stesso soggetto, senza alcuna procedura di gara né evidenza pubblica. “Questa scelta – si legge in una nota di Rifare Gualdo - è incompatibile con i principi di trasparenza, correttezza e concorrenza e penalizza soprattutto i giovani della nostra comunità." Di seguito la nota.
"L’ultimo Consiglio comunale dell’anno si è chiuso con un fatto che riteniamo grave e senza precedenti: la maggioranza non è intervenuta né sul DUP né sul bilancio, i due atti fondamentali che definiscono programmazione e scelte strategiche della città. Un silenzio che pesa e che non ha precedenti nella storia amministrativa di Gualdo Tadino.
Se i consiglieri non hanno nulla dire, lascino il posto ad altri.
«È difficile comprendere come dei consiglieri comunali possano non sentire il bisogno di intervenire sul Documento Unico di Programmazione e sul bilancio. Si tratta dei documenti più importanti dell’azione amministrativa e il loro silenzio è un segnale politico molto chiaro. È evidente che ci sia una regia che impedisce loro di parlare», dichiara il gruppo Rifare Gualdo.
Come opposizione, abbiamo portato in Aula rilievi precisi e richieste di chiarimento sui grandi progetti strategici della città, che continuano a restare sulla carta: il recupero del Calai, della Rocchetta, dell’ecomostro in zona ex Lidl e dell’ex Centro promozionale per la ceramica. Tutti interventi che potrebbero generare nuove opportunità di lavoro e sviluppo per i giovani, ma che da anni non vengono realizzati.
Siamo davanti a un immobilismo gravemente evidente.
«Nel DUP e nel bilancio non emerge alcuna visione di lungo periodo. Si parla solo di piccoli interventi e di manutenzione ordinaria, mentre le grandi opere e i progetti strategici che potrebbero dare slancio all’occupazione giovanile sono scomparsi dall’orizzonte politico di questa amministrazione. Dopo dodici anni, il bilancio delle scelte è deludente».
La situazione delle strutture pubbliche conferma questa carenza di progettualità.
La piscina comunale è chiusa dalla fine di novembre per un guasto tecnico e resterà inattiva per tutto dicembre; i lavori annunciati a giugno non sono mai iniziati, rendendo improbabile il loro completamento nel corso del 2026. La scuola Tittarelli, annunciata ogni anno, resta chiusa da oltre cinque anni, generando incertezza per studenti, famiglie e insegnanti.
A questo quadro già critico si aggiunge una decisione che riteniamo particolarmente grave: l’affidamento della gestione di sette musei comunali allo stesso soggetto, senza alcuna procedura di gara né evidenza pubblica.
I musei rappresentano un patrimonio culturale e storico inestimabile per la nostra città e dovrebbero poter essere oggetto di proposte anche da parte di altri soggetti, affinché chiunque, in particolare i giovani che hanno acquisito competenze e professionalità altrove, possa contribuire al loro sviluppo e alla valorizzazione.
La nostra città ha perso oltre 1.100 residenti negli ultimi dieci anni, e offrire opportunità concrete nel settore culturale potrebbe rappresentare un incentivo per riportare i giovani qui. Procedere senza gara e affidare in maniera diretta e arbitraria tutti questi contenitori preclude ogni possibilità di accesso a questo settore, togliendo opportunità preziose a chi vorrebbe contribuire alla crescita culturale ed economica della città.
«Nel 2025 non è ammissibile che sette contenitori culturali vengano affidati in blocco allo stesso soggetto, tutti con affidamento diretto, senza gara e senza manifestazione di interesse. Questa scelta è incompatibile con i principi di trasparenza, correttezza e concorrenza e penalizza soprattutto i giovani della nostra comunità.
Una cosa mai vista in nessuna città d’Italia. Non si può fare», sottolineano Simona Vitali, Cinzia Natalini e Chiara Casciani.
Per queste ragioni il gruppo ha ritenuto doveroso chiedere un parere all’ANAC, non per ragioni politiche, ma per una verifica di legittimità amministrativa.
«Questa delibera rappresenta un evidente segnale di arroganza amministrativa e di arbitrarietà. Nella pubblica amministrazione la trasparenza non è una scelta: è un obbligo».
Gubbio/Gualdo Tadino
19/12/2025 17:47
Redazione