Gualdo, arresti domiciliari al marocchino accusato di estorsione e violenza sessuale

Lo scorso 27 agosto era finito in manette con l’accusa di estorsione e violenza sessuale. A.E.Q., marocchino 45enne, residente a Gualdo Tadino (Pg) aveva tentato un’estorsione e una violenza sessuale ai danni di una concittadina di 43 anni sempre residente a Gualdo Tadino. Il racconto. Il tutto ha inizio nel pomeriggio del 27 agosto: la donna viene derubata dall’A.E.Q. del suo portafogli contenete documenti molto importanti e del denaro contante. L’uomo, non contento, pretendeva che il “prezzo da pagare” per la restituzione del portafogli doveva essere quello di avere con lui un rapporto sessuale (fissando tra l’altro un appuntamento per altro nella notte). La donna, spaventata da quanto accaduto, chiedeva immediatamente aiuto ai Carabinieri, presentandosi negli uffici della Stazione Carabinieri di Gualdo Tadino (Pg), per raccontare l’accaduto e formalizzare regolare denuncia-querela nei confronti dell’uomo. Venuti a conoscenza della situazione, il Comando Compagnia di Gubbio predisponeva un adeguato piano di vigilanza del territorio, concentrando gli sforzi sul luogo dell’appuntamento, dove, appunto, si sarebbe dovuta consumare la violenza (ovviamente si parla di violenza laddove manchi il consenso di una delle parti).Uomini in divisa e in abiti civili, circondavano l’area e bloccato ogni via di fuga. Alle 01,30 circa, non appena l’uomo giungeva l’uomo a bordo della sua auto veniva immobilizzato e bloccato. Trasferito presso gli uffici della Stazione Carabinieri di Gualdo Tadino (Pg), il marocchino veniva arrestato e tradotto presso il carcere di Perugia “Capanne” in attesa dell’udienza di convalida. Oggi. L’uomo aveva l’obbligo della permanenza in casa dalle 22.00 alle 07.00. Il tribunale di Perugia, in forza di un ordine di carcerazione, ha disposto che l’uomo deve scontare la misura coercitiva delle detenzione in regime di arresti domiciliari. Cosi gli uomini della Stazione di Gualdo Tadino(Pg) eseguivano, la notte scorsa, il provvedimento del giudice, traducendo l’uomo presso la sua abitazione dove sconterà la misura coercitiva in attesa del processo.