"Un'edizione della Festa dei Ceri che preservi l'essenza del rito e garantisca la continuità della tradizione, evitando se possibile un secondo definitivo annullamento causa Covid. In attesa di poter tornare in futuro ad una forma tradizionale della manifestazione del 15 maggio": è quanto propone "Ceri 2020", un gruppo di ceraioli di generazioni diverse e di ex capodieci - costituitosi spontaneamente lo scorso anno - che ha studiato e presentato al Sindaco di Gubbio Filippo Stirati un vero e proprio protocollo da sottoporre all'attenzione del Prefetto, in grado di consentire lo svolgimento della Festa dei Ceri anche in questi difficili tempi, seppur in una forma molto ristretta, ma comunque tale da garantire la continuità della tradizione. Ad assumersi la redazione del progetto un comitato tecnico interno al gruppo, del quale fanno parte esponenti del mondo medico-scientifico ed esperti del settore sicurezza, tutti ceraioli "consapevoli" – si legge nel protocollo - "delle esigenze e delle peculiarità del rito dei Ceri". In sintesi, il protocollo prevede la realizzazione di una "bolla" all'interno delle mura del centro storico e lo svolgimento del "rito essenziale": l'alzata e la corsa lungo l'itinerario cittadino fino in cima al monte Ingino, il tutto in uno spazio temporale ristretto di poche ore e con la presenza di un massimo di 3.000 ceraioli (1.000 per cero) con Green Pass e tampone negativo. Una modalità ritenuta compatibile con le norme attuali, che va incontro alla necessità di giovani e meno giovani di veder nuovamente i Ceri, anche se in modo diverso dal solito. Il documento è stato depositato in Comune, con la speranza – sottolinea "Ceri 2020" - di aver dato un contributo concreto per la Festa e per tutti coloro che ne hanno a cuore presente e futuro.