“Un atto grave e totalmente irresponsabile nell’attuale contesto storico ed economico”.
Picchia dura l’assessore allo sviluppo economico della Regione Umbria Michel Fioroni dopo l’annuncio da parte dell’amministrazione comunale di Gubbio di presentare due ricorsi al Tar contro il provvedimento che ha dato il via libera all’uso di Css nei cementifici.
LA REGIONE
“In un contesto difficilissimo per l’intero sistema produttivo nazionale e regionale, dovuto anche ai fortissimi rincari dell’energia, con incognite pesanti sul prossimo futuro –ha affermato l’Assessore - il Sindaco Stirati esprime una linea anacronistica, ideologica ed antieconomica, che mette in pericolo realtà importanti del nostro tessuto economico e produttivo. La decisione del Sindaco – prosegue - sembra essere strumentalmente polemica con l’istituzione regionale che si è strettamente attenuta alle normative nazionali ed in linea con il decreto semplificazione”. Per Fioroni le conseguenze economiche e sociali di questa scelta saranno tutte a carico dell’amministrazione comunale eugubina.
I MOTIVI DEI RICORSI
La presa di posizione dell’assessore Fioroni è arrivata dopo la conferenza stampa con la quale Stirati, insieme a tutta la giunta, ha spiegato i motivi dei ricorsi, uno contro l’autorizzazione per le cementerie Barbetti, il secondo per Colacem .
In primis, ha detto il primo cittadino, c’era la necessità di tutelare la sua persona in qualità di primo referente per la salute pubblica, metterla cioè a riparo da eventuali ricorsi che avrebbero potuto essere presentati dopo il via libera della Regione all’uso di Css. Tutto in virtù di un documento, quello dell’Asl 1, che chiedeva una procedura di VIA (valutazione d’impatto ambientale) che il decreto semplificazioni del Governo ha escluso.
Secondo motivo del ricorso, per Stirati, è la mancanza di un percorso partecipativo sull’uso di Css che il procedimento di VIA, invece, avrebbe assicurato.
LA VIA E LE CONFERENZE DI SERVIZI
La VIA di fatto è già in possesso dei cementifici, rinnovata lo scorso 2018 in occasione della valutazione delle BAT, ovvero le migliori pratiche che gli impianti di Semonte e Ghigiano assicuravano nella loro attività.
Sei le conferenze di servizi (tre per ogni cementeria) che in quella occasione si sono svolte, tutte disertate dal Comune e dall’Asl che solo in alcuni casi ha inviato pareri scritti. Alla domanda, come mai il Comune non sfruttò tale occasione di confronto già nel 2018, sindaco e vice sindaco Tasso hanno ricordato che in quel caso il tema in oggetto erano le “best practises” su cui l’amministrazione comunale non aveva da eccepire. Eppure le conferenze di servizi sarebbero comunque state un’occasione per presentare valutazioni, proposte o porre paletti da parte delle istituzioni anche per il futuro qualora ci fosse stato il confronto. Qualcosa di questo tipo è accaduto recentemente quando il Comune in una conferenza con Maiotech di Padule, per stessa ammissione del sindaco in conferenza, ha potuto tracciare le linea per l’oggi e il domani.
RICORSI SENZA SOSPENSIVA
I due ricorsi che verranno presentati al Tar non chiederanno la sospensiva dell’atto regionale di aurorizzazione per il Css. Un gesto che indica, ha detto Stirati, la volontà di non danneggiare le cementerie verso le quali l’amministrazione comunale si dice attenta perché possano continuare un’attività oggi fondamentale per Gubbio con il suo 30% del Pil locale.
E se è vero che il ricorso senza sospensiva potrà consentire alle aziende di continuare il percorso verso il Css, nei fatti forse un ricorso con la sospensiva avrebbe avuto un iter giudiziario più breve. Il giudice, infatti, avrebbe espresso il suo parere nel giro di massimo tre mesi, chiudendo la partita subito, a favore o contro la richiesta del Comune. Mesi in cui la cementeria di Ghigiano è chiusa per spegnimento dei forni causa eccessivi costi energetici e quella di Semonte non è ancora pronta ad utilizzare Css. Insomma, la sospensiva non avrebbe arrecato danni reali.
Ricorsi al Tar come quelli che invece andranno presentati allungheranno i tempi nell’ordine di anni, potendo alla fine raggiungere anche il 2024, ovvero in piena temperie elettorale, sia comunale che regionale, facendo del dibattito sul Css, di nuovo, un argomento politico ad uso di una o dell’altra forza politica, con tutto il portato ideologico che porterà con sé.
Nel frattempo, a livello pratico, quel Css, se la situazione economica globale e le condizioni dell’industria pesante in Italia non cambieranno, schiacciata dai costi energetici, il Css sarà niente più che un mero esercizio di retorica, il suo uso per ridurre i costi di Co2 sarà già tema sorpassato dagli eventi perché le aziende italiane avranno solo due possibilità: o produrre dove costa meno o chiudere. Gubbio non farà eccezione.
Gubbio/Gualdo Tadino
26/02/2022 16:00
Redazione