Gubbio: clochards alla Madonna dei Perugini

Qualcuno la notte entra, qualcuno lo fa per portarsi via materiale edile da rivendere sul mercato nero, qualcun altro lo fa perché forse non sa dove dormire. L’edificio di via Madonna dei Perugini, una struttura pubblica destinata ad ospitare 26 appartamenti da assegnare ad anziani autosufficienti, da un anno circa è un cantiere lasciato a se stesso, abbandonato dopo il fallimento della ditta costruttrice. Eppure qui la notte c’è movimento. Ce lo confermano alcuni residenti della zona che dicono di aver segnalato il problema anche alle forze dell’ordine. Lo hanno fatto quando hanno avvertito rumori dal cantiere abbandonato, simili a scoppi, per poi accorgersi la mattina che qualcuno si era portato via i discendenti in rame dell’intero edificio. Alcuni di questi frequentatori notturni all’alba se li ritrovano anche ad espletare bisogni nelle vicinanze delle loro abitazioni. E in effetti entrare nello stabile, malgrado le recinzioni, è facilissimo: basta infiltrarsi tra le reti metalliche disconnesse e il gioco è fatto. Il punto più sensibile è sul retro della struttura, dove i campi nascondono di notte gli avventori. In una delle stanze poste a sud est, più al riparo dai venti di tramontana, qualcuno non molto tempo fa, ha consumato un pasto semplice, acquistato poco prima alla Coop. Le buste sono quelle biodegradabili che il supermercato ha messo in commercio da pochi mesi, quando ha messo al bando la shopper di plastica: dentro c’è un pezzo di pizza, uno yogurt e una bottiglia di birra. Accanto anche un altro sacchetto. L’avventore, evidentemente, non era da solo. Sulla parete, disegnata con uno spray rosso, una carta geografica: raffigura il Kosovo e qualcuno che da quel paese se ne va. Poco più in là c’è un cuore e delle scritte in lingua slava. Chissà che pensando ad una terra e a una persona lontana qui l’avventore notturno, dopo aver mangiato, non abbia anche dormito. L’edificio della Madonna dei Perugini è finito in questi giorni anche in un’interrogazione dei consiglieri del Pdl Faramelli e Chiocci che hanno chiesto alla giunta cosa s’intende fare per sbloccare la situazione di stallo. Più il tempo passa più la stessa struttura cede al degrado: i discendenti rubati hanno consentito il percolamento dell’acqua piovana sulle pareti a tratti completamente inzuppate e l’intonaco in alcuni punti ha già ceduto. Eppure non è questo il lato più triste della vicenda. Lascia l’amaro in bocca pensare che a Gubbio come a Milano qualcuno la notte non sappia dove andare, a Gubbio un cantiere come a Milano una stazione siano ricoveri momentanei per persone che qui cercavano fortuna. L’indifferenza, più che l’indigenza, rischia di essere la loro peggior nemica.