Domenica 5 novembre appuntamento con "Domenica al Museo", giornata promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che prevede su tutto il territorio nazionale l'ingresso gratuito ad alcuni musei, gallerie e luoghi della cultura statali, come ogni prima domenica del mese. A Gubbio sono interessati dall' iniziativa il Palazzo Ducale, il Teatro Romano e l’Antiquarium. La visita al Teatro Romano e ai reperti dell’Antiquarium costituisce una preziosa occasione per conoscere l’organizzazione sociale della città romana di Iguvium – Gubbio: dai luoghi dello spettacolo a quelli dell’abitare, che svelano i gusti, gli usi e i costumi di quel periodo. Il Teatro, che si trova nell’area archeologica della Guastuglia, corrispondente al vasto quartiere tardo-repubblicano (II-I secolo a.C.) esteso in pianura subito fuori porta degli Ortacci, fu ultimato dal magistrato Gneo Satrio Rufo intorno al 20 a.C.. Realizzato con grossi blocchi calcarei lavorati a bugnato rustico, presenta due ordini di arcate, di cui rimangono in piedi l’ordine inferiore e alcuni archi corrispondenti alla galleria superiore. Resti di opera reticolata sono presenti nei corridoi dei vomitori. La caveaè divisa in quattro cunei e le fasce in cui non erano presenti i gradini accoglievano probabilmente scale in legno. Il piano dell’orchestra, pavimentato con lastre di pietra calcarea permette la raccolta delle acque piovane in una grande cisterna sotto il pulpitum. La frons scaenae ha due nicchie laterali quadrangolari e una centrale, semicircolare. L’edificio poteva accogliere circa 6.000 spettatori ed era tra i più capienti del suo tempo. Unico esempio di architettura rinascimentale in una città prettamente medievale, il Palazzo Ducale fu voluto da Federico da Montefeltro, nato nel vicino castello di Petroia nel 1422. Ne affidò la progettazione al senese Francesco di Giorgio Martini, che forse rielaborò una prima idea di Luciano Laurana. Si distingue per la finezza architettonica e la ricercatezza delle decorazioni, specie nei capitelli, nelle mostre di porte e camini con gli emblemi di Federico e della casata, consentendo così di circoscrivere il periodo di costruzione tra il 1474 – anno della sua nomina a duca – e il 1482, quando Federico muore e gli succede il figlio Guidobaldo. Entro tale data era compiuto in gran parte anche il famoso studiolo, simile a quello del Palazzo di Urbino, rivestito di pannelli intarsiati dal fiorentino Giuliano da Maiano su disegno di Francesco di Giorgio e forse di tele dipinte da Pedro Berreguete. Quest’ultime, smontate per volere di Vittoria, ultima discendente dei Montefeltro della Rovere andata in sposa nel 1637 a Ferdinando de’ Medici, migrarono prima a Firenze e poi in collezioni straniere. Gli apparati lignei furono venduti nel 1874 al principe Massimo Lancellotti e poi, attraverso il mercato antiquariale, al Metropolitan Museum di New York, dove giunsero nel 1939. Nel 2009 è stata sistemata nel Palazzo Ducale una pregevole copia ad opera degli ebanisti ‘Minelli’. Nelle sale interne, corredate ancora di alcuni originari arredi, è esposta una raccolta di opere pittoriche che illustrano le principali fasi evolutive della pittura eugubina tra XIII e XVIII secolo. A piano terreno è possibile accedere all’area scavata al di sotto del cortile ove vi sono vestigia delle preesistenti strutture medievali.
Gubbio/Gualdo Tadino
04/11/2017 16:16
Redazione