La superficie è molto vasta, 7 ettari; un'area che ha appena visto inaugurare la scorsa settimana il complesso residenziale per anziani autosufficienti alla Madonna dei Perugini da parte del Comune di Gubbio. Ma tra non molto questo spicchio di immediata periferia a poche centinaia di metri dal centro storico, nell'area adiacente a quella che convenzionalmente viene definita l'ex Stazione, andrà ad ospitare molti altri cantieri.
L'area vedrà infatti la realizzazione di abitazioni private, spazi commerciali, pista ciclabile, spazi verdi, parcheggi, la casa della Caritas, un ostello e soprattutto 50 appartamenti in Social Housing.
Ovvero abitazioni – monolocali, bilocali, trilocali e quadrilocali - costruite pensando a chi ha un reddito non così basso per accedere ai bandi per le case popolari ma neanche così alto per acquistare a libero mercato. Quindi le abitazioni che saranno costruite avranno prezzi accessibili a canone o a prezzo calmierato, con un target che va dalle famiglie monoreddito, alle giovani coppie, a genitori separati o divorziati fino anche a studenti fuori sede. Senza dimenticare la filosofia urbanistica della social housing, una soluzione pensata non come semplice aggregato di contenitori ma come un modello abitativo in cui la componente relazionale e partecipativa è fondamentale. Un nuovo quartiere con servizi, spazi verdi, pista ciclabile, in una parola, nuova socialità.
Nei prossimi due anni Gubbio dunque vivrà nuove trasformazioni a ridosso del centro storico, in una zona che è destinata anche a novità viarie e collegamenti diretti con le arterie parallele.
L'origine del progetto in questa porzione di territorio comunale parte da lontano: dalla fine degli anni novanta quando la famiglia di Italo e Maurizio Bei, residenti in Lussemburgo ma con origini eugubine, decide di investire nella città acquistando una vasta area in località Madonna dei Perugini per trasformarla in una cittadella dedicata al sociale, inteso come assistenza agli anziani, disabili e meno fortunati. Ma l'obiettivo non è creare una zona a rischio ghettizzazione ma ad un progetto urbanistico integrato con la città e per la città, con parchi, residenze, attività e centri di socializzazione. Passano gli anni, passano le amministrazioni e fino a pochi mesi fa la burocrazia aveva avuto il sopravvento lasciando questa complessa progettualità in un cassetto comunale. Poi la svolta nell'ultimo biennio quando la nuova amministrazione ha voluto puntare sul social housing, soluzione che contraddistingue una volontà di promuovere forme di socializzazione abitativa innovative: nella nostra regione solo Perugia, Bastia Umbra, Umbertide e Foligno hanno imboccato questa strada. L'idea è quella di un progetto che è insieme urbanistico, architettonico e soprattutto sociale. E che è propedeutico ad una trasformazione più ampia della mobilità di questa zona: che è destinata a portare all'apertura di una direttrice parallela a via Beniamino Ubaldi che collega l'attuale rotatoria della Vittorina fino a via Paruccini, a cui si rincongiunge nella zona sottostante la pista Le Cerque.
La vetrina per la presentazione del piano, insieme ad altri della nostra regione, è stata la recente fiera dell'Urbanistica ed Edilizia eco compatibile “Fa la cosa giusta” a Umbriafiere di Bastia Umbra nell’ambito dello spazio gestito dal fondo Abitare sostenibile Centro Italia (Asci), fondo d’investimento immobiliare amministrato da Prelios Sgr, che si occuperà anche di finanziare il progetto a Gubbio.
Il progetto, per un importo totale di 7 milioni, è a cura dell'arch. Giuseppe Lepri e i lavori saranno eseguiti dalla ditta edile eugubina Vagnarelli srl e partiranno dalle prime settimane del 2018, per una durata prevista di 18 mesi. In questo contesto si inserisce anche un importante finanziamento erogato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che ha messo a disposizione un plafond di 5 milioni per tutti i progetti di social housing nella nostra regione, compreso quello previsto a Gubbio.
Gubbio/Gualdo Tadino
22/10/2017 16:39
Redazione