Gubbio: il sogno mondiale di Cecilioni infranto per colpa di un collirio

Si è infranto sul più bello il sogno di Ubaldo Cecilioni, ragazzone non vedente di 29 anni del Gruppo Arcieri di Gubbio, di prendere parte ai Campionati del Mondo di tiro con l'arco, in programma in Corea del Sud in questi giorni. Ubaldo è stato bloccato da un collirio, utilizzato contro l'innalzamento della pressione del bulbo oculare, contenente però una sostanza dopante. Questi i fatti: lo stesso ragazzo nei giorni che precedono la sua partenza, rende noto l'uso di questo farmaco ai dottori della federazione; questi lo sollecitano quindi a interrompere, se possibile, l'assunzione del medicinale e chiarire con il suo specialista il tempo che il corpo avrebbe impiegato per metabolizzare il collirio. Dopodiché in ogni caso l'arciere eugubino deve presentare una comunicazione scritta alla Commissione Medica Internazionale; i medici federali indicano a Ubaldo di formulare una richiesta standard, che necessita di un tempo di preavviso di 21 giorni invece di una d'urgenza, di certo più snella nell'iter burocratico, impedendo di fatto a soli cinque giorni dalla rassegna iridata la presenza alla competizione dell'atleta del Gruppo Arcieri di Gubbio. Un vero peccato per Cecilioni, visto che in questo 2007, grazie anche alla modifica di tecnica di tiro dal metodo free-style, dove aveva un istruttore alle spalle in veste di suggeritore, all'utilizzo del mirino tattile, strumento tecnologico che lo rende assolutamente indipendente, aveva ottenuto dei risultati straordinari, a cominciare dalla vittoria del Campionato Italiano Indoor a Novara, sulla distanza di 18 metri con bersaglio di 60 centimetri per concludere con il trionfo nel Campionato Open di Firenze, sulla distanza di 30 metri con bersaglio di 80 centimetri. In mezzo ai due successi, da segnalare il primo posto centrato nel Meeting Internazionale di Gubbio del 28 e 29 aprile. Una convocazione al Mondiale che mai come in questa circostanza poteva considerarsi una conseguenza naturale del lavoro e del talento che questo ragazzo dalle qualità morali uniche ha dimostrato negli allenamenti sul campo di tiro di Scheggia e nelle competizioni nazionali ed internazionali in cui ha preso parte e che per colpa di un collirio non può essere portata a buon fine. Sinceramente, non sappiamo infatti se con questa esclusione abbia prevalso in maniera effettiva la buona etica dello sport pulito; Cecilioni resta a casa, e con lui un sogno che meritava di avverarsi, per una vicenda che poteva essere gestita con maggiore buonsenso.