Gubbio: incidenti sul lavoro, la parola d'ordine è prevenzione

Sono ancora gravi le condizioni del 41enne di Scheggia vittima di un incidente sul lavoro. L'uomo stava lavorando in un campo quando è stato travolto dal trattore guidato dal fratello. Dopo essere stato sottoposto ad un intervento chirurgico, ora è ricoverato al reparto di Rianimazione dell'ospedale di Branca. E l'ennesimo infortunio sul lavoro è stato ricordato in occasione della 15esima Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro che l'Anmil di Gubbio ha voluto celebrare prima con la messa a San Francesco e la deposizione di una corona ai piedi del monumento dedicato a caduti sul lavoro poi con il convegno al ristorante Fabiani. Presenti i presidenti regionale e provinciale dell'Anmil Alvaro Burzigotti e Gianfranco Miccioni, il presidente della sezione eugubina Maurizio Tomassini, il sindaco Orfeo Goracci e la presidente del consiglio comunale Antonella Stocchi che si sono presi l'impegno di sostenere i progetti che l'Anmil vorrà proporre in materia di prevenzione nelle scuole e di convocare al più presto un consiglio comunale aperto sulle morti bianche. Perché per porre un freno ai tanti, troppi incidenti che si verificano nelle fabbriche, nei cantieri e nei campi, "occorre sviluppare – ha detto Tomassini – quella cultura della prevenzione che ancor oggi manca, a partire dai più giovani con incontri ad hoc nelle scuole, sin da quelle dell'infanzia". E i numeri parlano chiaro: nel 2008 in Alto Chiascio si sono verificati 723 infortuni sul lavoro, di cui 101 gravi e un morto. Inoltre a Gubbio si contano 1.328 invalidi – di cui 659 iscritti all'Anmil – che, aggiunti ai 612 di Gualdo Tadino, diventano almeno 2mila persone che un giorno si sono recate al lavoro e sono tornate cambiate, per sempre. Al problema della prevenzione si aggiunge poi quello della difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro. "Nonostante esista una legge, la 68 del 1999, riguardante il collocamento obbligatorio per le categorie protette, ci sono persone in lista d'attesa da dieci anni – ha aggiunto Tomassini – mentre molte hanno addirittura preferito rinunciare alle agevolazioni".