Nell’anno delle celebrazioni di Raffaello, anno in cui tutto il paese si stava muovendo per dare omaggio ad uno degli artisti più rappresentativi del nostro Rinascimento, ma moltissimi eventi si sono visti annullati per l’emergenza sanitaria, Gubbio è in controtendenza e la Diocesi cittadina invece, sta omaggiando l’urbinate più celebre di tutta la storia dell’arte, attraverso l’esposizione del Gonfalone processionale del Corpus Domini, opera controversa in cui taluni ravvedono una giovanile mano raffaellesca, e dove un iconico monogramma diventa sicuramente simbolico, suggestivo e degno di maggiori investigazioni. Ricordiamo che si tratta di una interessante composizione bifacciale su tela, con altezza di 208 centimetri e larghezza di 179, raffigurante il Risorto con la croce, con uno schienale retto da tre angeli, con i santi Ubaldo e Francesco inginocchiati per la venerazione del Salvatore. Sant’Ubaldo sta raccogliendo in un calice d’oro il sangue che esce dalla ferita del costato di Gesù. Le due facce del gonfalone hanno lo stesso soggetto, ma differenze rilevanti di carattere artistico e cromatico. Nell’ottobre del 2005, furono la storica dell’arte della Soprintendenza di Perugia, Giordana Benazzi, e il direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio, Paolo Salciarini, a presentare le conclusioni di tre anni di studio sul dipinto e i risultati delle analisi effettuate con tecniche a infrarossi, riflettografia, fluorescenza a raggi X e microscopio a scansione elettronica per osservare le sezioni stratigrafiche. Aperta lo scorso 13 agosto sotto il nome “Un giovane Raffaello a Bottega - evidenze e indizi nel Gonfalone del Corpus Domini di Gubbio”, la mostra ha registrato centinaia e centinaia di visitatori in soli pochi giorni, migliaia di visualizzazioni in rete, alcuni appassionati sono tornati più volte ad ammirare l’opera, allestita dallo studio professionale dell’Architetto Francesco Raschi, presso la Chiesa dei Laici detta dei Bianchi, cornice straordinaria e contenitore di grande suggestione. Così in occasione anche dell’affluenza turistica in città, prevista per il Trofeo Luigi Fagioli e per tenere conto delle normative attuali di contingentazione per il protocollo anti-covid, l’Associazione Culturale La Medusa, ente gestore dei musei facente parte il Polo Museale Diocesano di Gubbio, hanno deciso di mantenere aperta la mostra in orario continuato dalle 15.00 alle 23.00, oltre la canonica apertura mattutina delle 10.30 – 13.00, sabato 22 agosto per dare a tutti un occasione in più di visita alla mostra.
![]()
Gubbio/Gualdo Tadino
21/08/2020 14:47
Redazione