E’ vero che a settembre sarà proposto il trasferimento dell’UTIC (unità di terapia intensiva cardiologica) all’ospedale di Gualdo? Fino a ieri era solo una voce di corridoio, poco più che una chiacchiera da bar. Ora da semplice indiscrezione, l’interrogativo è diventato l’oggetto di una vera e propria interpellanza. E’ infatti quanto si chiede il consigliere comunale di FI Nicola Aloia e quanto riportato nella sua iniziativa presentata in Comune. Così, alla vigilia di una stagione importante sul fronte sanitario, per il cammino di integrazione reale dei due plessi ospedalieri nell’unico nosocomio di Branca, si aggiunge un’altra questione. “Vorrei sapere quali siano i programmi, i progetti e le iniziative, che tale Ammnistrazione intende assumere sulla questione per difendere il nostro presidio ospedaliero di Gubbio( presidio di emergenza-urgenza) in tutta la sua funzionalità in modo da arrivare vivi al futuro ospedale unico- scrive Aloia che lancia anche un’altro quesito- nella nostra città non è possibile dotarsi di un reparto di emo-dinamica da affiancare all'utic e alla rianimazione? Quali sono le logiche di riequilibrio in ambito tereritoriale che investono il delicatissimo settore della sanità e se queste coinvolgano i cittadini? Se tale argomento è stato affrontato nella conferenza dei sindaci della Asl n°1?”. Insomma la questione è complessa e articolata. Un interrogativo che è destinato ad avere una pronta risposta e da parte del Sindaco - cui è rivolta l’interpellanza - ma anche dagli ambienti dirigenziale della Asl e della Regione cui spetterebbe un ruolo importante in questa decisione. L’unità di terapia intensiva cardiologica è un servizio direttamente collegato a quel reparto di cardiologia che rappresenta, ad oggi, il primo vero esperimento di integrazione sanitario tra l’ospedale di Gubbio e quello di Gualdo, rappresentato da un unico primario che opera su entrambe le strutture - fin dal periodo antecedente all’uscita di Gualdo dalla Asl folignate e il suo ingresso in quella tifernate-eugubina. Sicuramente la notizia è destinata a far discutere, in un’estate già contraddistinta da un dibattito ampio sul futuro dei servizi ospedalieri e soprattutto sull’equilibrio - all’interno di una Asl in cui il baricentro di servizi è considerato sempre spostato in Alto Tevere - tra Gubbio e Gualdo che tra meno di tre anni dovranno collaborare e gestire un’unica struttura.