Sono già migliaia coloro che hanno visitato la ventiseiesima edizione della Mostra mercato nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari e arrivano da tutta Italia per approfittare del lungo ponte di Ognissanti. Vicenza, Udine, Milano, Bologna, Genova, ma anche da Campania e Puglia. Sono famiglie e coppie, amano l’agriturismo e restano incantati dal nostro territorio. Questo è il profilo del visitatore della Mostra organizzata dalla Comunità montana dell’Alto Chiascio e in corso fino al 4 novembre, a piazza 40 Martiri a Gubbio. Quasi tutto esaurito nelle strutture ricettive – fanno sapere dal Servizio turistico territoriale – con un picco nella giornata di ieri, venerdì 2 novembre.
I visitatori assaggiano e comprano, facendo qualche follia per il tartufo bianco. “Abbiamo venduto pezzature di Bianco interessanti – spiega uno dei rivenditori presenti in Mostra – e i clienti sono gente comune, appassionati della buona tavola”. Il pregiato, e quest’anno costosissimo, “tuber magnatum pico” piace e, nonostante i pezzi che sfiorano i quattromila euro al kg per tartufi di grandi dimensioni, in molti si concedono il lusso di una gemma da grattare sulle tagliatelle.
Giornate ricche di appuntamenti, non solo delizie gastronomiche e novità per palati fini come il miele di castagno o il sale aromatizzati al tartufo, ma anche momenti di approfondimento.
Ieri pomeriggio si è svolto il convegno “Il territorio d’eccellenza del tartufo bianco”, alla presenza della presidente della Comunità montana dell’Alto Chiascio, Catia Mariani, della delegazione del ministero dell’Agricoltura dei Paesi Baschi, della professoressa Gabriella Di Massimo dell’Università di Perugia, dell’agronomo Ermanno Rosi e della geologa Federica Fiorucci. Nel corso dell’incontro, molto partecipato, è stato presentato il progetto di mappatura delle aree più adatte alla produzione di bianco nel comune di Gubbio.
“Finalmente – afferma Catia Mariani - abbiamo una perimetrazione certa che individua le aree di maggiore produzione di tartufo bianco, zone che ci confermano l’eccellenza del Buranese, di Torre dell’Olmo, di Sant’Andrea del Calcinaro e di alcune zone del Chiascio per la produzione di quantità interessanti di ‘tuber magnatum pico’. Ciò che è più importante è la sinergia tra Comunità montana, Comuni, imprenditori agricoli e tartufai, un lavoro comune fondamentale – afferma la presidente dell’ente montano – per mantenere questa grande risorsa nel comprensorio”.
Gabriella Di Massimo, facoltà di Agraria, ha sottolineato l’importanza del ruolo del tartufaio per la tutela del fungo ipogeo e dell’ambiente, sono loro “che stanno sul territorio, se operano bene manteniamo il tartufo”. La ricercatrice ha richiamato la necessità di proteggere soprattutto le tartufaie di bianco.
“Gli impianti di coltivazione del tartufo nero — ha precisato — riescono a produrre 50/100 kg per ettaro con un reddito che nessuna alta coltivazione permette, il tartufo bianco non si coltiva ed è esclusivo dell’Italia. Per il momento, dobbiamo salvaguardare la produzione naturale”.
E dopo il convegno è stato il momento di una premiazione speciale, la presidente della Comunità montana dell’Alto Chiascio Catia Mariani ha voluto premiare il più giovane e il più anziano tra i quasi 2500 tartufai tesserati nel comprensorio eugubino-gualdese, mille dei quali in piena attività di ricerca del tartufo. Dario Vergari, 14 anni, è il più giovane cavatore del comprensorio, “una passione ereditata da mio padre – ha detto - che ha comprato un cane e mi ha avviato a questa attività”. Il più anziano è invece Vincenzo Maranghi, 89 anni, che ha invitato i tartufai “a un maggior rispetto del territorio”.
La terza giornata della manifestazione enogastronomica si è conclusa con la visita agli stand dell’eugubina d’origine Anna Moroni, cuoca, scrittrice e volto televisivo de “La prova del cuoco” di Rai Uno. Nella sua ultima fatica, il libro “Il meglio dei tre”, in uscita a Natale, ci sarà la ricetta della crescia con il ficcò all’eugubina.
Gubbio/Gualdo Tadino
03/11/2007 12:57
Redazione