Fin dal primo anno in cui a Gubbio si è disputata la Coppa delle Nazioni CEIO d’Italia l’A.S. “Faula Arabs Gubbio” alla Nazione vincitrice ha offerto il “Palio dell’Endurance, un gonfalone che, come nella migliore tradizione delle città medievali, in occasione di giostre e tornei, viene progettato da un artista di fama e consegnato al vincitore. Il Palio del 2006, dell’artista Nello Teodori, è stato vinto dall’Italia. Nel 2007 il Gonfalone è stato progettato dall’artista Stefano Cannelli, che ha voluto rendere omaggio alla città di Gubbio, conosciuta anche per le sue pregevoli ceramiche e per i famosi lustri di Mastro Giorgio Andreoli, con una scena equestre dipinta su un piatto di ceramica e successivamente trasferita su tela. Da quest’anno l’evento di Gubbio si arricchisce di una novità che ha un sapore del tutto particolare ed attiene a valori etici trasversali che la disciplina sportiva dell'endurance può significativamente rappresentare. Per l'edizione del 2007 è stato ideato un nuovo premio intitolato ad un protogonista dell'endurance, un cavallo: Faris Jabar. Questo purosangue arabo, di 18 anni, che ancora corre, che ancora vince, che sa ascoltare attento il suo compagno, il campione Fausto Fiorucci e con generoso slancio lo accompagna nelle sue vittorie, dà il nome al premio. Faris Jabar diventa un paradigma, quello del coraggio di lottare, sempre, fino in fondo, senza preoccuparsi degli anni che passano, senza risparmiare le forze, senza sentirsi mai inutile, perchè ognuno di noi, uomo o cavallo, puo avere sempre molto dare, a qualsiasi età. Nell'epoca, del tutto e subito, della effimera eterna giovinezza, Faris Jabar, come un antico animale mitologico, come in una favola - rappresenta la forza primordiale, il coraggio, la saggeza, e la capacità di combattere nonostante tutto, nonostante tutti. Da quest'anno gli organizzatori della Gubbio Endurance hanno deciso di istituire un premio speciale , che sara' offerto ad un cavallo speciale e portera' il nome forse del piu' speciale-faris jabar. Il premio consistente in una bellissima ceramica ,realizzata dal noto ceramista faentino Santandrea, raffigura due cavalli in piena liberta' ed espressione di vita. Ad offrirla è stata la sensibilita' di un noto collezionista pesarese appartenente ad una famiglia che colleziona ceramiche da 500 anni, la famiglia Andreatini. Ma perché questo premio e qual'è la ratio e valenza morale? Lo chiediamo al direttore artistico ed ideatore del premio ,il regista ed autore televisivo Giuseppe Saponara: "La forza di questo sport-afferma saponara- è a mio parere una forza nascosta ,non apparente che attiene a valori spirituali piu' che fisici, cio' che spinge un uomo ed un cavallo a cimentarsi in una fatica cosi grande è la volonta' di mettersi in gioco e di dimostrare prima a se stessi che agli altri di essere vivi,di non arrendersi di fronte alla difficolta' e di fronte agli ostacoli che la vita ogni giorno ci pone: la malattia ,la sfortuna e non ultima l'eta'. Ma lo spirito che muove e deve muovere un uomo ed uno sportivo in genere non deve essere solamente la voglia ed il desiderio di arrivare primi, ma quello di dire a se stessi ,beh c'ho provato e questo mi basta . l'esempio di faris è eclatante,18 anni cancellati dalla fatica e dall'anagrafe,che servono solo a ricordare agli altri che provarci è gia' vincere, se poi uno si chiama faris vince anche per davvero... Bravo Faris! " A consegnare il premio sara' dunque qualcuno che in qualche modo ha incarnato nella vita questo spirito e sara' solo una persona cosi' degna di assegnare questo prestigiosissimo premio,esempio ,per i tanti giovani , che di begli esempi sono sempre piu' privi
Gubbio/Gualdo Tadino
23/05/2007 08:02
Redazione