E' diventato particolarmente difficoltoso raggiungere l' eremo di Sant'Ambrogio (nella foto), a Gubbio, da quando la stradina pedonale nota come ''la scorciatoia'', e' stata '' ''impropriamente privatizzata'': lo denuncia un gruppo di cittadini che oggi ha presentato una petizione al sindaco. Nella petizione - sottoscrittada 127 persone - si chiede che l' eremo ''tornato a vivere dopo anni di pericoloso abbandono venga messo nelle migliori condizioni logistiche per essere considerato parte integrante delle risorse a disposizione dell' intera comunita'''. L' eremo si affaccia all' imbocco della Gola del Bottaccione che e' diventata famosa in tutto il mondo da quando il geologo dell' Universita' di Berkeley Walter Alvarez, studiando un sottile strato argilloso della gola appenninica, ha elaborato una teoria sulla scomparsa dei dinosauri. Attraverso la stradina di cui si chiede la riapertura, tradizionalmente i monaci e i cittadini salivano a piedialla chiesetta dell' eremo, le cui celle restaurate dopo il terremoto del '97 sono tornate ad ospitare, da circa tre anni, cinque giovani suore delle Sorelle minori di S.Francesco. Le suore conducono la loro vita improntata alla regola francescana piu' antica e rigida, vivendo in assoluta poverta', anche senza riscaldamento (escluso un solo locale di incontro comune), alternando le preghiere notturne con il lavoro diurno e con la meditazione. Nel mese di luglio gli abitanti del quartiere di S. Martino salgono tradizionalmente all' eremo per onorare il bolognese Beato Arcangelo Canetoli (1460-1513), che dal 1497 alla morte, salvo una interruzione di quattro anni, visse nell' eremo in cui acquisto' presto fama di santita', e le cui spoglie riposano in un' urna sotto il pregevole altare maggiore del XVIII secolo. La salita a S. Ambrogio e' una tradizione che si e' ripetuta anche ieri. Anche quest' anno, come in occasione della inaugurazione dopo il terremoto, nel 2004, c' era anche Alessandro Canetoli, bolognese di 88 anni, uno degli ultimi discendenti del Beato Arcangelo