65 anni dal giorno della strage dei 40 Martiri e 60 anni dalla realizzazione del Mausoleo: ricorrenze che la comunità eugubina non può non ricordare con commozione, perché sono parte fondamentale e viva della propria storia, dei propri sentimenti, del proprio vivere civile. Oltre alle veglie di preghiera, alla doverosa e rispettosa celebrazione di sante Messe, ai riti civili con la presenza delle Autorità civili e militari, del Presidente nazionale dell’ANFIM e con il significativo intervento dei componenti del Consiglio Comunale dei ragazzi, ai concittadini è offerta una riflessione il 19 giugno (ore 17) presso la sala delle conferenze del convento di S. Francesco sul problema della Guerra ai civili in Umbria (1943-1944), che è il titolo del volume di Angelo Bitti, che è presentato nell’occasione, con la straordinaria presenza del dott. Marco De Polis, procuratore presso la Procura Militare di Verona. Il volume di Bitti è un censimento, ma anche un’indagine e la rassegna delle violenze commesse in Umbria tra 1943 e 1944: si è arrivati a censire 159 episodi di violenza sulla popolazione civile con 377 persone uccise e 33 ferite (poi ci furono altre 123 persone deportate nei campi di lavoro, 250 partigiani caduti non solo negli scontri in quanto diversi furono giustiziati, poi circa 50 partigiani mutilati e invalidi). La lista si allunga considerando che ci furono almeno 15 casi di civili investiti da automezzi militari tedeschi e che ci furono anche diverse persone ferite saltando sulle mine lasciate dai tedeschi in ritirata. Il volume non è un arido elenco di cifre: fa riemergere di volta in volta fatti, circostanze, documenti lasciati nell’oblio o nascosti e che fanno toccare con mano la drammaticità della guerra e dello scontro, di una guerra che non fu solo guerra militare, ma che è stata anche una vera “guerra ai civili” secondo concetti ormai diffusi, perché era programmata la violenza contro la popolazione, funzionale essenzialmente a due obiettivi: colpire e reprimere i partigiani, sfruttare in modo assoluto e illimitato tutte le risorse della regione nel quadro delle esigenze della guerra. Straordinaria e importante sarà la presenza del dott. Marco De Polis, ora alla Procura militare di Verona. Il dott. De Polis è stato Procuratore Capo a La Spezia fino a quando la Finanziaria del 2008 l’ha chiusa per esigenze di bilancio. Il Tribunale militare di La Spezia è stato il più attivo nella ricerca delle verità sulle stragi naziste dopo che fu scoperto il cosiddetto “armadio della vergogna” nel 1994 con i fascicoli di quasi 700 stragi compiute in Italia. Si deve alla pazienza certosina del personale della Procura militare di La Spezia se alcuni dei responsabili degli eccidi nazifascismi avvenuti nell’autunno-inverno del 1944 nelle città martiri di Marzabotto, S.Anna di Stazzema, Grizzana, Monzuno sono stati individuati. Nel 2005, dopo 61 anni, sono stati condannati all’ergastolo gli esecutori della strage nazista di S. Anna di Stazzema. I dieci imputati tedeschi, ex SS della 16a Divisione Panzergrenadier sono stati condannati anche al risarcimento dei danni alle parti civili. Quella di S.Anna di Stazzema - come rilevò proprio De Paolis – fu una strage pianificata a tavolino dai nazisti in fuga, non fu frutto di decisioni prese a caldo: “sotto il profilo giuridico questra è una certezza”. Oltre a quella di Stazzema, sul tavolo di lavoro di De Paolis si sono susseguite le indagini relative a Marzabotto, a Civitella Val di Chiana, San Polo d’Arezzo, San Cesario sul Panaro, Cervarolo. Sentire dalla viva voce di De Paolis la propria esperienza in queste indagini, per i cittadini di Gubbio che aspettano giustizia per la strage dei 40 Martiri e per i morti per violenza durante i due rastrellamenti della primavera 1944 può essere un momento di conforto e di verità.
Gubbio/Gualdo Tadino
18/06/2009 11:40
Redazione