Gubbio, si' unanime del Consiglio Comunale ad un nuovo piano di rete. No all'antenna di Padule

Una seduta straordinaria e urgente richiesta dall'opposizione che si è' chiusa con un voto unanime. Non all'antenna telefonica di Padule, si' ad un piano di rete che manca da sempre nel comune di Gubbio e che possa dare garanzie sulla corretta installazione di punti trasmissione sul territorio. Si è chiusa con una visione comune la seduta consiliare del Consiglio Comunale di Gubbio sul tema scottante del momento, la contestata antenna telefonica Wind di Padule i cui lavori, iniziati mercoledì, sono stati interrotti per ordinanza del sindaco che pure aveva avuto legittime remore alla vigilia per l'autorizzazione concessa da Arpa all'azienda di telefonia (che per altro opera su terreno privato). La contestazione popolare e la presenza anche di molti componenti del comitato spontaneo sul luogo delle operazioni ha suggerito al sindaco di procedere formalmente in attesa di verifiche giuridiche e non solo. Oggi il dibattito in aula non senza qualche spunto polemico. In primis il sindaco Stirati ha motivato la decisione prima di attendere, cercando il dialogo con Wind, quindi di procedere allorquando la ditta ha deciso di iniziare ugualmente i lavori. Critiche sono giunte dall'opposizione di centrodestra (Gagliardi), centrosinistra (Pd), sinistra estrema (Gubbio libera) e M5S. Difesa dell'operato del Sindaco da parte di Sel e Socialisti. Dopo una riunione tra i capigruppo è stato scritto un decreto approvato poi all'unanimità: “Il Consiglio approva totalmente l’ordinanza di sospensione 413, e a seguito dell’ordine del giorno approvato il 30 novembre per l’apertura a delle trattative con la società di telefonia: impegna la convocazione delle compagnie di telecomunicazione per un piano di rete per la localizzazione degli impianti, per un ipotesi di accordo per una sistemazione diversa". Intanto domani pomeriggio alle 15 il Comitato No antenna conferma l'iniziativa dimostrativa indetta nei giorni scorsi: una passeggiata di solidarietà dal centro di Padule fino alla zona industriale dove sarebbe dovuta sorgere la struttura di oltre 25 metri. Un modo per confermare la propria attenzione e volontà a dire no ad una terza antenna telefonica in zona.