Venerdì 22 ottobre il Comune di Scheggia e Pascelupo presenta il Piano di Protezione Civile di cui si sta dotando. L'elaborazione era iniziata nel gennaio 2009, ma era stata interrotta a causa del terremoto dell'Aquila, che a livello nazionale ha fatto ripensare a nuovi criteri resi necessari da quella tragica esperienza. “Il nostro Piano – spiega il sindaco Giovanni Nardi - nasce con le innovazioni che il Dipartimento porta avanti per i piccoli comuni”. L’appuntamento con la presentazione è per venerdì 22 ottobre al teatro comunale di Scheggia, a partire dalle 10.30. A precedere, dalle 9, volontari della Croce Rossa saranno nelle scuole del paese per un incontro informativo che coinvolgerà gli alunni in una sorta di gioco-esercitazione, prima di accompagnarli al teatro comunale per assistere alla presentazione del Piano, alla quale parteciperanno, oltre al sindaco Nardi, anche Roberto Bertini, assessore provinciale alla Protezione Civile, e David Giovanelli, assessore del Comune di Scheggia. “Quello elaborato - spiega proprio Giovanelli -, è un piano multirischio che contempla più tipi di emergenza (neve, calore, sismica, idrogeologica e incendi di interfaccia). Un piano pensato sulla popolazione e che può contare su aree ed edifici nuovi, antisismici e quindi sicuri in ogni caso di emergenza”. Molti di questi, infatti, sono stati ristrutturati dal Comune grazie ai fondi del terremoto ’97. Gli interventi hanno agevolato il lavoro, visto che è pensato su strutture adeguate ai casi di emergenza: “Un esempio virtuoso di collaborazione tra enti: grazie al lavoro simultaneo della Provincia e dei suoi tecnici e a quello dei tecnici e amministratori di Scheggia questo comune si dota di un Piano all'avanguardia, risparmiando, in più, circa 20mila euro”. Il Piano prevede aree già prestabilite per le microemergenze (tipo frane o rischi connessi a neve o incendi) con piccole evacuazioni di persone, individuate nelle ex scuole delle frazioni e nella tendostruttura o nella palestra per il capoluogo. Tutte a pochi metri dalle case, in modo che, in caso d’emergenza, le persone possano rimanere vicine ai propri cari e agli ambienti più familiari. “Aree che, in genere, presentano altri usi e che, quindi, non sono cattedrali nel deserto come quelle costruite con i vecchi criteri, che non avevano altri scopi al di fuori di quello di protezione civile”. Per le macroemergenze, invece, “sono previste zone da adibire ad aree al momento dell'emergenza con computo metrico dei costi e dei tempi di realizzazione, un nuovo criterio per far risparmiare le amministrazioni facendo ricadere i costi sull'emergenza e non sulle aree, non facendo sprecare nulla ai Comuni, nei quali magari restano abbandonate e inutilizzate per anni”. Parti integranti del Piano sono un continuo aggiornamento e una revisione annuale in riferimento a eventuali nuove disposizioni da parte del settore di studi preposto da Dipartimento nazionale di Protezione Civile.
20/10/2010 15:30
Redazione