Il sangue cordonale donato nel 2008 da una mamma dell’Alto Chiascio durante il parto salverà la vita di un bambino. La segnalazione è stata data nei giorni scorsi dalla Banca Toscana di Sangue Placentare, l’istituzione pubblica no profit ufficialmente nata nel 1996 presso l'Unità Operativa di Ematologia dell'Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze, con cui il punto nascita del presidio ospedaliero di Gubbio collabora dal mese di maggio 2006 nel percorso del prelievo del sangue dal cordone ombelicale, ricco di cellule staminali. E’ una notizia che la ASL 1 e il Comune di Gubbio hanno voluto diffondere congiuntamente, in quanto motivo di stimolo e di gratificazione per un’intensa attività di formazione e di sensibilizzazione sul valore della donazione del sangue cordonale che l’azienda sanitaria e il Comune, in piena sinergia, stanno promuovendo con convinzione su tutto il territorio. Un centro trapianti del nord Italia ha richiesto informazioni dettagliate su un'unità di sangue raccolta nel 2008 nel punto nascita di Gubbio, che è risultata idonea al cosiddetto bancaggio e resa visibile a tutti i registri internazionali a metà del 2009. L’unità in questione è stata selezionata per un bambino di tre anni affetto da una grave patologia ematologica; attualmente è ancora visibile a tutti i Centri Trapianto perché si devono effettuare altri esami sulla madre donatrice. “Questo dimostra che anche le cose che sembrano piccole e trascurabili – dichiara il sindaco di Gubbio Maria Cristina Ercoli - possono rivelarsi importanti e determinanti soprattutto quando si parla, come in questo caso, di salvare una vita umana e considerando anche che il sangue cordonale, ove non donato, rappresenta niente di più di un rifiuto speciale, che peraltro comporterebbe dei costi di smaltimento. In realtà, con un prelievo che non comporta nessun rischio né per la mamma né per il bambino noi non facciamo altro che trasformare un rifiuto speciale in una speranza di vita per qualcuno”. Il sindaco ha poi ricordato che l’attività di prelievo del sangue cordonale nel punto nascita di Gubbio – per la quale si è sempre impegnata anche quando era assessore alle pari opportunità - è iniziata il 3 maggio 2006 con l’allora primario Giuseppe Pierluigi. All’epoca in Umbria l’esecuzione del prelievo di sangue placentare era svolta solo nell’ospedale di Città di Castello. “Il sangue del cordone ombelicale contiene numerose cellule staminali – precisa il direttore generale della ASL 1 Emilio Duca - identiche a quelle presenti nel midollo osseo, capaci di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine: gli elementi fondamentali del nostro sangue. Per questo, come molti oggi ormai sapranno, ci consente di poter salvare la vita di una persona. Circa il 40,50% dei pazienti affetti da leucemia e linfomi, per i quali è necessario il trapianto di midollo osseo, non dispone di un donatore compatibile nell'ambito familiare o nei registri internazionali dei donatori volontari di midollo osseo. Il sangue del cordone ombelicale può sostituire il midollo per il trapianto”. “L’attività del prelievo del sangue dal cordone ombelicale - spiega la direttrice del presidio ospedaliero dell’Alto Chiascio Teresa Tedesco – è regolamentata da una procedura accreditata e certificata dalla Banca Toscana di Sangue Placentare dell'Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze, e solo nel rispetto della stessa si può procedere al prelievo. Dal mese di maggio 2006 ad oggi sono state raccolte 200 unità di sangue placentare, di cui 26 (il 13%) sono state bancate e sono a disposizione della comunità internazionale”. Luciana Bassini, responsabile del servizio ostetrico del dipartimento materno-infantile della ASL1 sottolinea l’impegno che richiede il percorso: “L'addestramento del personale ostetrico all'esecuzione del prelievo è rigidamente controllato dal personale della Banca Toscana. Il materiale utile per la raccolta viene fornito direttamente dalla CBB, le sacche fornite hanno un'autonomia di 12 mesi. Se la donna in gravidanza dopo una corretta informazione fornita dal personale ostetrico decide di effettuare la donazione, viene inserita in un percorso. Non esistono particolari esami da eseguire con costi a carico della donna per effettuare la donazione se non quelli stabiliti dalla Regione Umbria nell'ambito della Gravidanza-Fisiologica. La lista dei criteri di esclusione, sempre stabiliti da CBB è legata oltre che a cause materne, paterne e neonatali anche alle modalità del parto. Il prelievo non ha nessuna ripercussione né sulla madre né sul neonato, ma risulta non facilmente attuabile se non sono presenti tutti i fattori richiesti dalla procedura della Banca Toscana, unica responsabile del procedimento che permette il cosiddetto bancaggio del prelievo inviato”.
Gubbio/Gualdo Tadino
07/10/2010 15:48
Redazione