Impiegata Sorit aggredita dal capo, cinquanta colleghi in sciopero

Sarebbe stata aggredita verbalmente dal capo del personale, finendo al pronto soccorso per lo choc e innescando lo sciopero di tutti i suoi colleghi, una cinquantina, che stamattina dalle dodici e trenta alle tredici, sono scesi in strada al grido di "Vergogna". L'episodio sarebbe accaduto ieri mattina negli uffici della Sorit, al civico 44 di via XVI giugno, dove una dipendente di 40 anni (addetta allo Staff Personale della Direzione Generale di Foligno) esasperata da un carico di lavoro da tempo eccessivo, avrebbe chiesto allo stesso dirigente chiarimenti relativi alla gestione e all’operatività dell’ufficio. Chiarimenti tutt'altro che avvenuti, visto che l’uomo – secondo quanto riferito da alcuni colleghi della donna e dalle stesse organizzazioni sindacali che hanno distribuito un ciclostilato di informazione sulla vicenda – avrebbe rifiutato il dialogo dando invece in escandescenze e aggredendo verbalmente la donna con epiteti irripetibili e minacce di licenziamento. Sarebbe stato allora – sempre secondo la ricostruzione fatta dalle organizzazioni sindacali – che la donna sarebbe stata colta da malore e immediatamente accompagnata al pronto soccorso dell'Ospedale San Giovanni Battista dove i sanitari le avrebbero diagnosticato una sindrome ansiosa e problemi di pressione arteriosa. La donna sarebbe inoltre stata trattenuta per tutto il giorno in osservazione, per essere poi dimessa ieri sera con un certificato medico di malattia. Da qui l’immediata solidarietà dei colleghi delle due sedi della Sorit di Foligno, che oggi sono entrati in sciopero. Una cinquantina in tutto i dipendenti che hanno aderito alla mobilitazione. Intanto le organizzazioni sindacali stanno valutando l'ipotesi di un'azione legale nei confronti del presunto aggressore della donna. Così come non è escluso che la donna possa decidere, nei prossimi giorni, di querelare il capo per ingiurie. Si sono invece barricati dietro un secco no comment i vertici della Sorit, che liquidano testualmente la vicenda: “I dipendenti sono nel diritto di dire ciò che vogliono, ma la società al momento non rilascia dichiarazioni”.