Imu, Cna plaude al Comune di Foligno ma...

“Bene la decisione del Comune di non applicare le maggiorazioni sull’aliquota Imu e di istituire un’addizionale Irpef progressiva. Ma sull’equiparazione dei beni strumentali alle seconde case ancora non ci siamo”. Mentre infuriano le polemiche sull’Imu, arriva dal Presidente della Cna di Foligno, Leonardo Santarelli, un segnale di apprezzamento per la decisione dell’amministrazione guidata da Nando Mismetti di andare all’applicazione delle aliquote base fissate dal Governo, senza procedere alle addizionali facoltative, oltre al plauso per l’intervento a sostegno dei confidi per facilitare l’accesso al credito per le piccole imprese. “La stragrande maggioranza dei comuni del Perugino – dichiara Santarelli - sta applicando le addizionali opzionali alle aliquote fissate per decreto, quindi è sicuramente positivo che a Foligno ci si sia limitati a non appesantire ulteriormente la batosta e ad applicare il 4,6 per mille sulle prime case e il 7,6 sugli immobili strumentali e sulle seconde case. Altro segnale positivo – prosegue il presidente – è l’applicazione di un’addizionale Irpef differenziata in base al reddito, andando da un minimo di 0,4% per i redditi fino a 15mila euro a uno 0.8% per quelli superiori ai 75mila euro, mentre in passato l’aliquota era uguale per tutti. Ma se, vista l’aria che tira e visti i livelli impositivi degli altri comuni della provincia, ci si trova a dover gioire del male minore, non possiamo tacere rispetto al fatto che nessuno, neanche il Comune di Foligno, ha avuto il coraggio di fare ciò che lo stesso decreto governativo permetteva, e cioè applicare agli immobili destinati ad attività produttive e commerciali, la stessa aliquota delle prime case, il 4 per mille. È un’aberrazione logica considerare i beni strumentali di un’impresa alla stessa stregua delle seconde case, come se anziché luoghi dove si generano prodotti e posti di lavoro per la comunità, li si guardasse come beni di lusso. Oggi – conclude Santarelli - la gran parte delle imprese, soprattutto quelle che operano nelle costruzioni e nei trasporti, attraversa una crisi nera. Una batosta come quella dell’Imu, ultima di una lunga serie, potrebbe rappresentare la spinta decisiva a chiudere bottega”.