di Maria Oda Graziani.
E' stata finalmente inaugurata l'attesissima Mostra Permanente delle opere di Aldo Ajò. Presenti le autorità civili e religiose, in numero tale da tradire un coinvolgimento personale non inferiore a quello istituzionale. E più di tutto è stata la forte affluenza di eugubini, e non solo, di ogni età, a dare la misura della stima e dell'apprezzamento che circonda il ricordo dell'artista e dell'uomo. Alle parole commosse di Ines Ajò si sono aggiunte quelle dei curatori della mostra, Prof. Bojani e Prof. Sannipoli, i quali hanno ricordato l'importanza del messaggio artistico di Aldo Ajò, l'altissimo livello delle sue frequentazioni, i contatti con i massimi esponenti del panorama artistico nazionale, il ruolo svolto dalla bottega nel veicolare le sue opere in un circuito più ampio, produzione, quella della bottega, che in ambito locale ha forse contribuito a nascondere l'esatto valore delle sue opere. Purtroppo in ritardo il catologo, a cura di Ilvio Verona, come l'allestimento museale, il quale comprenderà anche pezzi non esposti, appartenenti ad enti o collezioni private, ma ritenuti importanti per seguire un percorso artistico che ha attraversato le fasi più ricche e nervose del Novecento, ed ha toccato i fermenti più interessanti dei movimenti artistici che caratterizzarono quei periodi. Per la mostra, ospitata nella Casa Studio in via della Cattedrale, è stato scelto un allestimento tematico (Scene Agresti, Uomini e Mestieri, Metamorfosi del Vaso e così via), che rende conto delle tematiche principali trattate da un artista che, certo, non è facile "catalogare", tanto è stato particolare e ricco il percorso artistico, tanto è forte la capacita di suscitare con la sua opera sentimenti, sensazioni, riflessioni.