L'ombra della malavita sempre più forte in Umbria

Anche Foligno, Spello, Bastia e Assisi sono indirettamente coinvolte nella maxi operazione anti-mafia di ieri, con un ponte tra Calabria e Umbria. Quella che è stata scoperta dagli inquirenti è una vera e propria joint-venture camorra-'ndrangheta per impadronirsi di aziende ''pulite'' in Umbria con le quali espandere la capacita', in particolare delle cosche calabresi, di gestire ambiziosi progetti infrastrutturali, anche per il tramite di politici ''amici''. A scoprirla sono stati i carabinieri del Ros che, al termine di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Perugia, hanno eseguito oltre 50 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti appartenenti ad un sodalizio di tipo mafioso collegato al clan camorristico dei Casalesi e alla cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti. Tra gli arrestati figura anche l'assessore al Turismo della Regione Calabria, Pasquale Tripodi, dell'Udeur. In Umbria a finire nel mirino degli inquirenti, oggetto dell'ordinanza di custodia cautelare, tre noti imprenditori edili di Foligno, uno di Spello, quattro residenti a Bastia e due a S.Maria degli Angeli.Una sorta di pax mafiosa, come è stata definita dagli inquirenti, un tentativo di colonizzazione criminale, come ha spiegato il comandante del Ros, generale Giampaolo Ganzer, attraverso l'infiltrazione nell'economia locale mediante metodologie tipicamente mafiose. L’obiettivo secondo gli inquirenti era quello di costituire società pulite in Umbria per riciclare il denaro proveniente dal narcotraffico e da altre attività illecite, proventi da reinvestire in attività edilizie fra le quali l’acquisto di lotti di terreno in Sardegna per la realizzazione di strutture turistiche e residenziali. Un’indagine scottante che rischia di allargarsi a macchia d’olio su tutto il territorio regionale e getta un’ombra pesante sulla presenza della malavita anche in Umbria, come confermato anche dalla vicenda del ritrovamento di un cadavere ancora ufficialmente senza nome ma presumibilmente di un pentito di camorra, a S.Cristina di Gubbio.