Sono uno spaccato delle povertà che ogni giorno ricorrono alla Caritas di Perugia-Città della Pieve, senza fissa dimora, vittime di violenza e persone che chiedono l'elemosina, ma una trentina di loro hanno potuto visitare la mostra dedicata al Perugino e ad Alberto Burri nel centro del capoluogo umbro grazie a un'iniziativa promossa insieme all'assessore regionale Paola Agabiti. Secondo il quale "la povertà non è solo quella di cibo, casa e vestiti". "La Caritas - ha spiegato ancora il direttore - impiega ogni anno due milioni di euro per soddisfare le necessità materiali di chi si rivolge a noi. Ma la povertà è anche non poter avere accesso a luoghi come i musei. Il pensare di non poterlo fare. Tanti dei nostri assistiti non sarebbero mai entrati alla mostra anche se avessero avuto i soldi per il biglietto perché convinti di non poterselo permettere. Essere andati con loro a vedere 'Nero Perugino Burri' è stato invece uno strumento di inclusione importante. Pensate che tra loro c'era anche chi chiede l'elemosina in centro, dove si trova l'esposizione". Per don Marco "importanti sono stati anche i preparativi della visita". "Chi è venuto - ha detto - ha scelto il miglior vestito che ha e ci ha chiesto consiglio su cosa indossare. Per noi è fondamentale mettere al centro la persona e occuparsene a 360 gradi". Nel gruppo dei visitatori italiani e stranieri. "La povertà nelle forme più importanti - ha sottolineato don Marco - sta aumentando soprattutto tra gli italiani. Il 70 per cento di quelli che si recano ogni notte ai dormitori della Caritas". Per la Caritas di Perugia quella con Nero Perugino Burri è stata la prima esperienza di questo tipo. "L'assessore Agabiti ha però assicurato il suo impegno per promuovere altri appuntamenti" ha concluso don Marco. "Perché la cultura e la bellezza possono far ripartire una vita, permettono di tornare a desiderare" ha detto all'ANSA il direttore dell'organizzazione don Marco Briziarelli.