“La scomparsa di un amico, un uomo di cultura, della scuola, università e del giornalismo come il Professor Lanfranco Rosati e’ senza dubbio una notizia che colpisce direttamente al cuore di tutti coloro che hanno avuto l’onore e il piacere di conoscerlo ed apprezzarne le doti umane, il garbo, la raffinatezza professionale ed il senso di appartenenza alla comunità locale dove ha sempre vissuto ed e’ sempre tornato dopo i mille impegni nazionali ed internazionali che lo hanno visto protagonista assoluto nel settore della didattica ed università. Lanfranco Rosati era per tanti di noi un maestro di vita, un padre, un amico, una persona perbene con il sorriso e l’affabilità innata che aveva nei modi di porsi in ogni circostanza pubblica e privata. Lo vogliamo
ricordare oggi che ci ha lasciati con quel sorriso e senso di altruismo e disponibilità che aveva in particolare verso i giovani che amava tanto nel suo lavoro a scuola, università e nella nostra città e che incitava sempre ad andare avanti per la propria strada a testa alta nel raggiungimento degli obiettivi professionali e di vita dei loro sogni. Caro Lanfranco la città oggi piange la tua scomparsa ma non ti dimenticherà maperché i segni che hai lasciato sono indelebili e resteranno per sempre nei cuori e nella mente di tutti”.
E’ quanto dichiarato dal sindaco Luciano Bacchetta, appena appresa la notizia della scomparsa del Professor Lanfranco Rosati all’età di 82 anni, eugubino di nascita ma tifernate di adozione. Il sindaco Bacchetta a nome della giunta, del consiglio comunale e della comunità tifernate rivolge alla moglie Marcella Massa e ai figli Mario, Agnese e Rita le più sentite condoglianze.
“ Voglio esprimere anch’io, innanzitutto ai familiari, il cordoglio per la scomparsa di Lanfranco Rosati, a cui mi legavano rapporti di stima e amicizia - scrive il parlamentare tifernate Walter Verini- Lanfranco è stata una figura importante non solo per la comunità locale, perché il suo profilo e la sua personalità hanno acquisito nel tempo una dimensione nazionale. Pedagogista, animatore culturale, studioso dei sistemi scolastici, docente universitario autorevole, giornalista e scrittore: tanti sono stati gli aspetti che hanno attraversato la sua vita, nella quale è stata sempre presente anche una passione civile e politica, collocata nell’impegno e nella cultura socialista, ma sempre aperta al dialogo con le altre culture politiche democratiche. Ha lasciato un segno che non sarà dimenticato “.
Anche i giornalisti di Città di Castello e dell’alta Umbria piangono la scomparsa del professor Lanfranco Rosati, decano della stampa tifernate ed eugubina, per decenni protagonista assoluto anche della professione in ambito regionale e nazionale. "Elencare quello che ha scritto e detto il “maestro” Lanfranco, l’amico, il professore, e’ compito impossibile per la vastità del suo operare nel mondo dell’informazione da vero innovatore e precursore dei tempi e dell’incedere della tecnologia - recita la nota - Dalla lettera “32”, alla elaborazione e i disegni dei menabo’, all’invio dei pezzi e foto con il “fuorisacco” dalle redazioni che ha frequentato da protagonista ( come corrispondente da Il Mattino, Il Messaggero, La Nazione, Il Corriere della Sera ed interventi ed editoriali anche sul Corriere del’Umbria e apparizioni televisive e radiofoniche) Lanfranco Rosati anche poi dopo con l’avvento dell’hi-tech e della rete ha lasciato il segno indelebile della sua signorilità e capacità di scrivere e farsi capire da tutti, come diceva il grande Indro Montanelli. A Città di Castello dove abitava dal sessanta con la sua famiglia e nella sua Gubbio (sempre con la Festa dei Ceri nel cuore) Lanfranco Rosati ha tirato su’ generazioni di giornalisti, giovani volenterosi con il sogno di un mestiere che poi e’ diventato il lavoro principale ed il sostegno della vita per alcuni. Una vera e propria scuola tifernate ed eugubina e’ cresciuta con lui assieme ad altri “maestri” e punto di riferimento anche ora per tanti di noi come Sergio e Fabio Pelosi, Eliana Pirazzoli, Pasquale Baruffi, Elio Vagnoni, Vincenzo Niccolini, Massimo Zangarelli, Paolo Puletti, Francobaldo e Gianni Chiocci e tanti altri che dei suoi consigli ed insegnamenti hanno fatto tesoro avendo sempre al centro etica, deontologia, rispetto del prossimo, dei lettori e senso della notizia. Caro Lanfranco ci hai insegnato tu a credere ed e’ così, che la notizia, la curiosità e’ il sale del nostro mestiere il più bello e affascinante che ci sia. Oggi però la notizia della tua scomparsa la raccontiamo, con il dovere del cronista e della necessità di informare, più che con la tastiera e con un freddo invio, con il cuore gonfio di dolore e con il cordoglio che estendiamo alla tua famiglia, la moglie Marcella, i figli Mario, Agnese e Rita e tutti coloro e sono tanti che ti hanno voluto bene. Ciao Lanfranco, ti ricorderemo sempre. I giornalisti tifernati".

Città di Castello/Umbertide
14/06/2020 10:40
Redazione