Il Lupo, il fuggiasco, la belva. Luciano Liboni, a due anni dalla sua morte, torna ancora a far parlare di sè. E non soltanto perchè qualcuno ha recentemente imbrattato le mura perimetrali di una vecchia casa abbandonata a Sportella Marini, zona periferica della città di Foligno,con dichiarazioni d'amore, con tanto di cuore, nei suoi confronti. "Lupo ti amo", un refrain che compare una decina di volte nello spazio di qualche metro. "Lupo ti amo" è la paradossale testimonianza che lui, Luciano Liboni, il latitante e killer Luciano Liboni, un posto nella storia, come tutti gli antieroi, se l'è conquistato, dando voce, ora, a chi, inneggiando il suo nome, si illude di dare una spallata al sistema dimenticando troppo in fretta quanto sangue è stato versato intorno a lui. Torna a far parlare di sè, diventando la leggenda di se stesso, nel prossimo film di Stefano Calvagna (il regista de "L'uomo spezzato" e "Senza paura") che a partire da settembre inizierà le riprese de "Il Lupo", la pellicola prodotta daAlessandro Presutti e la Poker Film e liberamente ispirata alla storia vera del killer del carabiniere Alessandro Giorgioni. A vestire i panni del fuggitivo, ricercato per anni perfino dall'Interpol (l’ultimo colpo ai danni dello sportello Bnl all’interno delle ex Officine Grandi Riparazioni di Foligno), sarà Gianmarco Tognazzi che presterà la voce e la faccia al superlatitante di Montefalco. La pellicola promette di far discutere. Il regista ha difatti tentato una rilettura dell'uomo Liboni, vittima di se stesso e delle circostanze, carnefice di chi ha avuto la sventura di incontrarlo lungo il proprio cammino. Il bandito Liboni e la sua storia (che inizia a Montefalco e termina a Roma a due passi da un chiosco di cocomeri al Circo Massimo) diventano dunque il pretesto per interrogarsi sulla giustizia giusta, lanciando insoluto l'interrogativo di sempre, quello del Cristo, di chi si sente così al riparo da scagliare la prima pietra, quanta parte di colpa ci sia in una società sorda, muta e cieca che non si accorge, se non troppo tardi, dei suoi figli malati.
21/08/2006 11:43
Redazione