Due casi apparentemente diversi, una sola questione di fondo: le tante esigenze che convivono nel centro storico di una città come Gubbio. A rivolgersi al sindaco era stata Confcommercio che in una lettera, definita dallo stesso Goracci “equilibrata”, richiamava nei giorni scorsi l’attenzione sull’esigenza di una migliore programmazione dell’offerta estiva in una città come Gubbio.
I due casi in questione sono la coesistenza tra una manifestazione nella periferia come il Birra Party nella stazione di servizio Tamoil con le numerose proposte culturali e d’intrattenimento ubicate nel centro storico e la concomitante chiusura, da parte dell’autorità giudiziaria, con un provvedimento senza precedenti, di un locale ubicato proprio nel centro storico per il reato di disturbo della quiete pubblica.
Chiamata in causa dalla lettera di Confcommercio, l’amministrazione comunale eugubina ha preso posizione. Dopo aver riconosciuto la connessione tra le due vicende, e aver ricordato le tante manifestazioni in corso come sintomo di vitalità, a proposito dei rilievi sulla durata della manifestazione di scena lungo la variante, Goracci e la giunta sottolineano come il Birra Party nel 2005 abbia avuto una riduzione di autorizzazione dei giorni di apertura rispetto agli anni precedenti - 12 anziché 15. Quello che manca sul piano pratico – dicono da Palazzo Pretorio - è la proposta alternativa, come rispondere ai tanti giovani e non solo, che si ritrovano in un luogo che non rappresenta certo la bellezza di Gubbio. La controproposta dell’amministrazione comunale – si legge nella nota - è che la stessa società privata e gli operatori del centro storico promuovano iniziative d’attrazione congiunte, magari con orari contenuti e con la possibilità di utilizzare qualche serata anche le piazze più grandi della città. Un’apertura, accompagnata dal plauso al senso costruttivo dimostrato da Confcommercio, che fa pensare ad una possibile soluzione per il futuro.
L’amministrazione comunale interviene poi anche sull’altro episodio di questo ferragosto eugubino, la chiusura del locale in via Savelli da parte dell’autorità giudiziaria. Nel doveroso rispetto delle scelte della magistratura, sostiene il Sindaco, “chiudere un locale ad agosto a Gubbio significa dargli una “botta” sul piano economico (oltre che d’immagine) pesantissima. Può e deve esserci convivenza tra il sacrosanto diritto del residente di vivere e riposare in tranquillità e la possibilità che esercizi pubblici possano fungere da polo attrattore in zone altrimenti “morte”, visto che ci sono forme e sistemi di “insonorizzazione” che impediscono la diffusione di rumori e fastidi. Si “chiude” – conclude Goracci e la giunta - se c’è chi non rispetta regole e disposizioni, non per posizioni di “rigidità” preventiva».
16/08/2005 17:38
Redazione