Monacelli (Udc): le divisioni nella CDL eugubina frutto di personalismi

L'unità nel centrodestra non è stata raggiunta: e continuano le polemiche, per una frammentazione che a Gubbio - dove la Cdl ha registrato un 30% complessivo di consensi lo scorso 9 aprile alle politiche - ha portato a ben quattro candidati a sindaco e altrettante liste distinte. Sui motivi della spaccatura molto si è detto: in una nota congiunta, FI e AN hanno attribuito all'Udc la responsabilità di non aver accettato un candidato unico. Alla fine anche FI e AN non hanno concordato su un nome e si sono presentate divise. A prendere posizione a pochi giorni dal voto, su questa vicenda, è il segretario regionale e neo senatore dell'Udc, Sandra Monacelli, che ben conosce le vicende politiche eugubine: "Per ristabilire il giusto senso della realtà - spiega l'esponente Udc - va detto che AN fin da marzo senza essersi consultato prima con gli alleati della Cdl, ha inteso candidare a Sindaco il proprio capogruppo Chiocci, segno evidente che si riteneva concluso un ciclo storico in cui alla alleanza seguiva anche un unico candidato. D'altro canto - aggiunge la Monacelli - il Coordinatore comunale di F.I Girlanda ha bocciato qualunque nome di candidato gli fosse stato suggerito dagli alleati non avendo mai egli stesso nascosto il proposito di candidarsi alla carica di unico rappresentante della Cdl”. Secondo il segretario regionale dell'Udc dunque il naufragio dell'unione nel centrodestra eugubino "in realtà è attribuibile ai dirigenti di AN e FI e alla loro voglia di esibizione e di protagonismo sterile e sciocco perché inutile". Tanto che secondo la Monacelli sarebbe già deciso da parte dei due partiti l'eventuale appoggio al ballottaggio a favore del sindaco uscente: "Andare in Consiglio "in ordine sparso" è la parola d'ordine per AN e FI a Gubbio - conclude - e qualora si arrivi al ballottaggio torneranno ad appoggiare Goracci, con un sofisticato piano politico già attuato nel 2001. Davvero un errore politico in una città tradizionalmente "rossa" dove, con il centrosinistra diviso, c'era la possibilità concreta di portare un candidato unico al ballottaggio".