“Oggi continuiamo a costruire muri e a rispedire indietro coloro che cercano una vita più serena. Penso a certe scelte verso gli immigrati, penso alle parole tristi del Papa di fronte al muro che separa israeliani e palestinesi, penso ai tanti muri interiori che alziamo spesso anche tra noi”. Sono le parole pronunciate nel giorno della festa di Sant'Ubaldo a Gubbio da mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, presidente della Commissione Cei per l’Ecumenismo e il dialogo, nonché fondatore e consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio. E’ stato proprio mons. Paglia a presiedere la solenne celebrazione per la ricorrenza liturgica di sant’Ubaldo, vescovo della città umbra a metà del XII secolo. “I tempi nei quali visse Ubaldo – ha detto ancora mons. Paglia – non erano facili. L’intera Europa viveva un momento di grande cambiamento; iniziavano i primi commerci, ma assieme anche i conflitti, le violenze, le oppressioni. Ed erano tutte interne all’Europa, anzi all’Italia, all’interno dell’Umbria, tra Gubbio e Perugia, tra il Nord e il centro e così via. E molti cristiani, appartenenti sia al clero che al laicato, vivevano lontani dal Vangelo lasciando così che violenza crescesse. I poveri iniziarono ad essere più numerosi e vennero sentiti come un pericolo. E si costruirono le mura per difendersi e leggi per rispedirli indietro. Come vedete, nonostante le dovute differenze la storia si ripete”. L’affondo del presidente della Commissione Cei per l’Ecumenismo e il dialogo e leader spirituale della Comunità di Sant’Egidio continua sempre sui temi sociali. “E’ l’assenza della mitezza – sostiene Paglia – che sta rendendo amara la vita di questo nostro paese e del mondo. Sì, c’è poco amore, poca accoglienza. Ognuno si preoccupa di se stesso e si difende dagli altri. Ma i disastri di questa mentalità sono sotto gli occhi di tutti”. “La cattiveria tra gli uomini – continua ancora il Vescovo di Terni – ha superato gli argini invadendo tutti gli ambiti della vita: le case, le strade, le piazze, le scuole. Ed è perpetrata a tutte le età: sono violenti gli adulti ma anche i giovani e persino i ragazzi. Quanti giovani a 13 anni ormai si ubriacano tranquillamente e usano i coltelli per ferirsi! E quanto rapidamente si allarga il fenomeno del bullismo! E quanta violenza vediamo nelle nostre case! Quanti anziani abbandoniamo nei cronicari! C’è bisogno di più mitezza, c’è bisogno che sant’Ubaldo sia più ascoltato. Egli ce lo insegna e lo implora”. Mons. Paglia parla a lungo anche di Ubaldo Baldassini, amato patrono della città di Gubbio che da otto secoli e mezzo gli dedica l’emozionante Festa dei Ceri il 15 maggio, alla vigilia della sua morte. “Ubaldo – aggiunge il Vescovo – non amava scomunicare, non amava condannare. Con un amore sovrabbondante, anche furbo, riportò la pace a Gubbio. (…) La violenza genera sempre altra violenza, e innesca una spirale senza uscita. Ubaldo ci insegna esattamente il contrario: solo la mitezza ci rende felici.” La messa solenne per la festa di sant’Ubaldo è stata concelebrata dal vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, e dall’emerito mons. Pietro Bottaccioli, che proprio nel giorno della festa del Patrono ha ricordato i vent’anni dalla sua consacrazione episcopale.
Gubbio/Gualdo Tadino
18/05/2009 11:16
Redazione