Numerose imprecisioni nella rivista "Arrivederci" speciale Gubbio

GUBBIO - Pregevoli i testi in apertura di Italo Cicci e Roberto Abbondanza, che di sicuro non hanno curato le didascalie fotografiche: infatti a pag. 15, accanto la foto del loggiato che conduce a Parco Ranghiasci, si legge "lungo il ponte si dispone l'edificio del tiratoio, composto dall'ex ospedale e dalla Loggia dei Tiratori". Ma la loggia dei tiratori e l'ex ospedale si trovano in piazza 40 Martiri e non a Parco Ranghiasci. Nel servizio dedicato alla Festa dei Ceri vi si trova invece un errore di impaginazione: a pag. 30 è inserita pag. 36 e così mentre si legge della descrizione dell'arrivo della corsa in basilica, girando pagina ci si trova a leggere dell'artigianato locale. Ovviamente a pag. 36 si ritrova la pag. 30 nel bel mezzo dell'analisi sull'economia locale. Altre didascalie riportano errori evidenti o di scarsa informazione o di approssimazione: nella stessa pag. 30 si parla di una Mostra dell'Artigianato allestita negli ambienti del Palazzo dei Consoli, a pag. 33 si richiama la visione di un campo di girasoli che però non si vedono nella foto accanto. E al di là del fatto che si descrive come modesta l'attività industriale - questione di punti di vista - di sicuro è una novità leggere a pag. 34 che un grosso giacimento di marmo (invece che di "marna") ha consentito la nascita fin dai primi del 900 dei cementifici. Chissà cosa ne penseranno a Carrara. E dopo aver saputo che in queste zone Liliana Cavani ha ambientato il suo Francesco versione Micki Rourke ignorando Assisi - ma sarebbe stato più opportuno ricordare che Zeffirelli nel 1971 scelse Gubbio con il suo centro storico per il ben più noto Francesco - la chicca finale è l'immancabile richiamo all'origine fallica dei Ceri: che finisce addirittura sulla tavola a pag.52. Le corse dei Ceri - così vengono definite - sarebbero la purificazione del simbolo fallico coi molteplici ondeggiamenti dei portatori che si tradurrebbe nel piatto tipico del baccalà alla ceraiola.Un'espressione - aggiunge la rivista - di una penitenzialità quaresimale.